Pianista statunitense (n. Allentown, Pennsylvania, 1945). A New York dal 1956, rivelò sin dagli esordî (con i Jazz Messengers, con C. Lloyd, con M. Davis e con un proprio trio) uno stile originale - influenzato dal concertismo romantico, dal gospel e dalle avanguardie - che sviluppò come solista e come leader di due quartetti, uno americano (con D. Redman) e l'altro europeo (col norvegese J. Garbarek), nei quali propose due alternative direzioni del jazz degli anni Settanta, tra impianti fortemente strutturati e slanci di impetuoso lirismo. Col tempo J. ha infuso questo lirismo in un multiforme lavoro di approfondimento del rapporto composizione-improvvisazione, che lo conduce talora a cedere a un polistrumentismo spontaneo ed eclettico, talaltra a misurarsi con orchestre sinfoniche e da camera, o a proporsi come interprete bachiano. Nel 2004 ha ricevuto il premio Léonie Sonning Music Award.Tra le numerose incisioni si ricordano: Mysteries (1975-76); Standards I & II (1983-85); Bye bye blackbird (1991); The melody at night, with you (1999); Inside out (2001); Radiance (2005), registrazione dal vivo delle esibizioni del 2002 all'Osaka Festival Hall e al Metropolitan Festival Hall di Tokyo; l'album triplo Testament. Paris/London (2009); Rio (2011); No End (2013); Last dance (con C. Haden, 2014). Nel 2015, nella ricorrenza dei suoi settanta anni, l'artista ha pubblicato Creation, selezione di brani per piano tratta dai concerti tenuti l'anno precedente in Europa, Giappone e Canada, e Barber/ Bartòk/ Jarrett, in cui si misura con i due compositori, mentre è del 2016 A moltitudine of angels, set di quattro CD contenenti registrazioni inedite di una serie di concerti in piano solo tenuti in Italia nel 1996, e del 2020 Budapest concert.