KASSALA (A. T., 116-117)
Città capoluogo di mudīriyyah nel Sudan anglo-egiziano, posta sul fiume Gasc (15°28′ lat. N. e 36°24′ long. E.) a 420 km. da Khartum e J85 km. da Massaua, che è il porto più vicino; dal confine dell'Eritrea dista circa 25 km. Al Nilo e al Mar Rosso è collegata da un tronco di ferrovia (347 km.) inaugurato nel 1924, che s'innesta presso Thamiam alla linea ed-Damer-Port Sudan. Conta circa 10.000 ab. prevalentemente di razza araba (Hallenga) ed è costruita parte di laterizî, parte di frasche, in buona e ridente posizione, su vasta pianura a 520 m. s. m., non lontano dal piede dei monti Kassala e Molkram, che costituiscono gli ultimi isolati contrafforti delle montagne etiopiche. La pianura circostante è fertilissima e produce ottima dura e il miglior cotone di tutto il Sudan, grazie alle irrigazioni con acqua del Gasc (v.), che viene fornita dalla diga di sbarramento di Tessenei in Eritrea. La piovosità è molto bassa (circa 300 mm. annui) e limitata ai mesi estivi, mentre quelli invernali sono interamente asciutti, e la temperatura è molto elevata (media annuale 27°; medie mensili da 32° a 21°). A breve distanza dalla città, nella località di Khatmia, sorge il marabutto della famiglia Morgani (originaria dell'Afghānistān e trasferitasi qui da Gedda ai primi del sec. scorso), i cui membri sono capi di una confraternita molto importante nel Sudan orientale.
Fondata dagli Egiziani nel 1840, come caposaldo fortificato contro le razzie abissine, Kassala si sviluppò rapidamente. Nel novembre 1883 fu investita dai dervisci, e la guarnigione inglese, stretta dalla fame, fu costretta ad arrendersi nel luglio 1885.
L'accordo italo-britannico del 15 aprile 1891 (Rudinì-Dufferin), delimitando le sfere d'influenza dell'Italia e della Gran Bretagna nell'Africa orientale, dichiarava Kassala fuori della sfera d'influenza italiana ma ammetteva il diritto dell'Italia di occupare per ragioni militari Kassala stessa, ferma restando la sovranità egiziana sul territorio. L'11 maggio 1894 il governatore dell'Eritrea, generale Baratieri, proponeva al governo l'occupazione di Kassala come conseguenza e sviluppo del nostro successo di Agordat. Dopo aver ancora insistito nella proposta l'8 giugno 1894, il 9 luglio il Baratieri telegrafò a Roma che avrebbe in ogni modo agito; ed allora il ministro Blanc gli rispose lasciandolo giudice dell'opportunità della cosa.
Il 17 luglio il generale Baratieri alla testa di una colonna di truppe (generale Arimondi) e con il valido ausilio delle bande del Barca comandate dall'allora tenente Gaetano Giardino sconfisse avanti Kassala, in un brillante combattimento, i Dervisci del Mahdīsudanese ed occupò Kassala.
Dopo la battaglia di Adua si cominciò a discutere dell'abbandono di Kassala. Ma ancora il 2 aprile 1896 i Dervisci, avvicinatisi a Kassala, erano battuti dal colonnello Stevani al monte Mokram e, dopo un altro sanguinoso scontro a Tucruf il giorno successivo, si ritiravano definitivamente. Sembrava così assicurata la posizione italiana a Kassala, quando invece nel 1897 s'iniziarono i primi negoziati con la Gran Bretagna per lo sgombero degl'Italiani da quella città. Nonostante che nel gennaio 1897 un'ultima incursione di Aḥmed Fāḍil, luogotenente del Mahdīsudanese fosse fallita per il pronto accorrere delle forze italiane al comando del generale Viganò e nonostante la grande riluttanza dimostrata dal governo britannico in confronto delle insistenze dell'Italia, lo sgombero fu effettuato e la convenzione Sanminiatelli-Pair-sons pascià (del 25 dicembre 1897) dava atto dell'avvenuta consegna di Kassala alle autorità egiziane. Rimasero di proprietà dell'Italia soltanto le sepolture dei suoi caduti riunite in una cinta murata.