KARRU (A. T., 118-119)
Vasta regione dell'Africa meridionale, costituita da due altipiani: il Grande Karru e il Karru Superiore, che formano i due principali gradini per salire dalla bassa regione litoranea al grande tavolato interno africano, e coprono complessivamente un'area di circa 260.000 kmq. Taluni distinguono anche un terzo gradino, inferiore, o Piccolo Karru. Il nome deriva dalla parola karusa, che in lingua ottentotta significa asciutto, secco, nudo, e dipinge bene la caratteristica di questi altipiani, squallidi e desolati, vestiti solo di arbusti xerofili che, ove si raffittiscono alquanto, costituiscono il "bush", la boscaglia.
Il Grande Karru, compreso fra la catema delle Capidi e la scarpata del Karru Superiore, rappresenta il più basso dei due gradini, fra 300 e 1200 m.; ed è interamente incluso nel territorio della Colonia del Capo. Il clima vi è assai arido, la media delle precipitazioni potendo variare da meno di 135 mm. nelle parti più asciutte (come il Tanqua Karru a O. e le valli di Dwyka e di Ghamka nel centro) fino a circa 400 mm. annuì nella parte orientale, dove passa gradatamente a una zona di maggiore umidità, aperta verso l'Oceano Indiano. Il Karru Superiore si estende dal ciglio della scarpata fino al Vaal, dal territorio dei Boscimani a O. al massiccio dei Basuto a E.; esso rientra quindi in parte nella Colonia del Capo, in parte nello Stato libero d'Orange. L'altitudine varia da 600 a 2000 m.; il clima vi è parimenti arido, ma in diversa misura, le precipitazioni medie oscillando entro limiti piuttosto ampî (125-600 mm.) e con regime molto incostante. Il paesaggio è caratterizzato da vasti pianori, sormontati da piccole catene di colline (kopjes) spesso disposte a terrazze o a gradinate, incisi da valli generalmente asciutte per gran parte dell'anno e coperti di cespugli più o meno radi.
Il suolo dei due altipiani è costituito essenzialmente da una formazione geologica speciale, che prende appunto il nome di "Sistema del Karru", ed è diffusa e indicata con tal nome anche in altre regioni: nel Transvaal, nel Natal, nell'Africa sud-occidentale e orientale, a Madagascar e perfino fuori dell'Africa.
La formazione del Karru è costituita da una potente serie di strati che giacciono generalmente orizzontali, e che si formarono in ambiente continentale (laghi, fiumi, deserti) nel lunghissimo periodo che va dal Carbonico al Giurassico, non senza essere alla fine attraversati e in parte ricoperti da imponenti masse di rocce eruttive. Lo spessore totale massimo della serie va da un migliaio di metri a oltre 8000 m., secondo i varî paesi. La formazione del Karru è così suddivisa dal basso in alto:
1. Serie di Dwyka: marne verdicce o bluastre con resti di piante, alle quali s'intercala un deposito di tillite, cioè di una roccia formata da fango e ciottoli deposti come morena di fondo da un antichissimo ghiacciaio. Sono visibili anche superficie di roccia più antica, striate dal ghiacciaio stesso. Corrisponde al Carbonico, e rappresenta l'esempio più cospicuo di glaciazione prequaternaria finora conosciuto.
2. Serie di Ecca: marne e arenarie verdastre e azzurrognole con un orizzonte contenente carbon fossile e scisti bituminosi. Gli strati presentano copiose impronte di foglie, specialmente di felci, tra cui Glossopteris e Gangamopteris, caratteristiche di un ipotetico continente, oggi sommerso, detto continente di Gondwana (v.).
3. Serie di Beaufort: arenarie e marne caratterizzate da copiosi avanzi di rettili giganteschi, che ne denotano non solo l'età permo-triassica, ma anche gli stretti rapporti paleogeografici con le altre parti del continente di Gondwana.
4. Serie di Stormberg, corrispondenti a parte del Trias e del Giuralias, con i suoi tre membri: arenarie di Molteno, con flora ad affinità triassiche, tronchi di gimnosperme, ecc., marne e argille rosse (Red Beds) con gimnosperme, rettili e pesci triassici e infraliassici; e arenaria cavernosa (Cave Sandstone) probabilmente d'origine eolica e pure ricca di fossili vertebrati.
5. Rocce vulcaniche del Drakensberg, costituite specialmente da doleriti in masse intrusive, ma anche da colate e accumuli piroclastici, che formano il coronamento della serie e imprimono alle montagne del Drakensberg un carattere di selvaggia e orrida bellezza.
Per la sua aridità il Karru è paese in genere poco popolato e non molto ricco, e i centri abitati di maggiore importanza vi sono originati da giacimenti minerarî o da imprese zootecniche. Dopo le piogge, che cadono da dicembre a maggio, il Karru si rinverdisce e fiorisce, ciò che dimostra la fertilità intrinseca del suo suolo e difatti quelle ristrette parti che possono essere assoggettate a irrigazione si dimostrano molto produttive. Dove il suolo non è irrigabile, si presta benissimo alla pastorizia, e fornisce il nutrimento a milioni di pecore e di capre, alimentando una ricca industria laniera; mentre gli allevamenti di struzzi sono specialmente prosperi nei pressi di Oudtshoorn e di Ladismith (Piccolo Karru), dove prospera l'erba medica.
La fauna selvatica è ormai quasi distrutta nel Karru. Il clima asciutto del Karru è favorevole ai malati di petto; ma dannose risultano le frequenti e violente tempeste di polvere.
Bibl.: The South and East African Year Book and Guide for 1929, Londra 1928; A. W. Rogers, The geological structure of the Union, Pretoria 1929; F. von Huene, Die südafrikanische Karrooformation als geologisches und faunistisches Lebensbild, Berlino 1925.