VOSSLER, Karl
Filologo, nato a Hohenheim presso Stoccarda il 6 settembre 1872, professore nelle università di Heidelberg (1902), Würzburg (1909), Monaco di Baviera (1911).
Accogliendo il concetto di B. Croee, il V. considera la lingua, nella sua origine, come poesia. "Ogni mutamento e svolgimento linguistico è, in ultima istanza, opera del gusto, ossia del sentimento artistico di chi parla" (Gesammelte Aufsätze zur Sprachphilosophie, Monaco 1923, p. 16). Se chiamiamo stilistica lo studio di quel che "v'ha d'incondizionato e di originale nelle forme del linguaggio" (Positivismo e idealismo nella scienza del linguaggio, trad. Gnoli, Bari 1908, p. 147), essa precederà idealmente le forme della grammatica storica, starà al centro stesso della linguistica. Poiché all'origine di ogni forma espressiva c'è un atto estetico, anche l'etimologia sarà tanto meglio fondata "quanto più chiara coscienza avrà che essa, per il suo oggetto e il suo metodo, ha essenzialmente da fare con poesia e sogno di poeti e che, in quanto storia di parole, è una sorella o addirittura un sosia della storia della letteratura" (Geist und Kultur in der Sprache, Heidelberg 1925, p. 257). Ma al di là del "dialogo" (il parlare concreto della persona) c'è la "lingua", la quale coincide con l'uso. Compito dello storico della lingua "è riconoscere i sedimenti dell'intera vita spirituale dell'umanità nei suoi usi linguistici" (Geist und Kultur, p. 117). Come ogni storia, anche quella della lingua abbraccia la totalità della vita dello spirito: le forme fonetiche stesse devono "venire intese e interpretate come forme di pensiero". Nella ricostruzione storica il V. ha svolto le sue idee principalmente nel libro Frankreichs Kultur, ecc. (1913; 2ª ed., 1929) e nel saggio Neue Denkformen im Vulgärlatein (1922). Polemista efficace, scrittore di razza, il V. ha forse più d'ogni altro spinto i linguisti del nostro tempo ad approfondire e sistemare i loro concetti metodici. La sua influenza è stata particolarmente efficace sugli studî di stilistica e di sintassi (L. Spitzer, E. Lerch).
Numerosi e importanti lavori ha poi il V. dedicato a scrittori di quasi tutte le lingue neolatine: italiani (Die philosoph. Grundlagen zum "Süssen neuen Stil", 1904; Dante als religiöser Dichter, 1921; Poetische Theorien der ital. Frührenaissance, 1900; B. Cellinis Stil in seiner Vita, 1899; Leopardi, 1922 (trad. ital., Napoli 1925); Italien. Literatur der Gegenwart, 1914 (trad. ital., ivi 1915); S. di Giacomo, 1908; ed. dell'Autobiografia di F. Balatri, Palermo 1924; provenzali (Der Trobador Marcabru u. die Anfänge des gekünstelten Stiles, 1913; Peire Cardinal, 1916; Der Minnesang des Bernhard von Ventadorn, 1918), francesi (La Fontaine, 1919; Racine, 1926; Franzüsische Philologie, 1919), spagnoli (Lope de Vega u. sein Zeitalter, 1932; Die "zehnte Muse von Mexico": Sor Juana Inés de la Cruz, 1934; Poesie der Einsamkeit m Spanien, I-II, 1935). L'opera maggiore resta, in questo campo, Die Göttliche Komödie (1907-1910; 2ª ed., 1925; trad. it., Bari 1909 e 1927). In numerosi altri scritti il V. ha trattato relazioni generali di cultura (Die romanischen Kulturen und der deutsche Geist, 1926; La vida espiritual en Sudamerica, 1935), questioni letterarie ed educative.
Come quella rivolta a valori essenziali della civiltà umana, l'opera del V. trascende i limiti della filologia romanza per assumere un suo posto nella cultura del nostro tempo.
Bibl.: Gli scritti del V. sono registrati da Th. Ostermann nella Festgabe für K. V., Monaco 1932; K.-V.-Heft, in Der Lesezirkel, Zurigo 1930. Sulla prima fase del pensiero del V.: B. Croce, Problemi di estetica, Bari 1910, pagine 143-171. Poi: B. Croce, Conversazioni critiche, I, ivi 1918, p. 87; G. Ipsen, in Indogerm. Jahrbuch, XI (1927), p. i segg.; L. Spitzer, Meisterwerke der roman. Sprachwissenschaft, Monaco 1930, II, pp. 340 segg.; 347; A. Pagliaro, Sommario di linguistica arioeuropea, I, Roma 1930, p. 92 segg., 347; A. Pagliaro, Sommario di linguistica arioeuropea, I, Roma 1930, p. 92 segg. e passim. Su Die Göttliche Komödie: B. Croce, La poesia di Dante, Bari 1921; La cultura, V (1927), pp. 109-125; Studi danteschi, XII (1927), pp. 5-29; Schweizerische Rundschau, XXX 1930), pp. 438-51; 720-35.