HOLTEI, Karl von
Attore, direttore di teatro, drammaturgo e narratore tedesco, nato il 24 gennaio 1798 a Breslavia, morto ivi il 12 febbraio 1880. Orfano di madre, ebbe da parenti un'educazione superficiale e dovette, in un primo tempo, dedicarsi all'agricoltura. Studiò poi giurisprudenza all'universita di Breslavia, ove, nel 1819, iniziò la sua carriera di attore, ripresa più tardi al teatro di corte a Dresda. Nel 1821, dopo diverse traversie, egli è di nuovo a Breslavia, marito dell'allora famosissima attrice Louise Rogée (1800-1825), poeta e segretario di quel teatro civico e redattore di alcuni giornali e riviste. Non vi si ferma a lungo, e poco più tardi si stabilisce a Berlino, nel cui Königstädtisches Theater fa da segretario della direzione, da regista e autore teatrale. In questo periodo scrive le brevi composizioni drammatiche Die Wiener in Berlin e Die Berliner in Wien che per la loro novità (si tratta di Liederspiele nel genere dei vaudevilles francesi) ottengono successi clamorosi. Dopo un lungo viaggio a Parigi, Düsseldorf e Weimar, ritorna una seconda volta a Berlino e vi fa rappresentare due altri vaudèvilles: Der alte Feldherr e Leonore (1829), che per alcune riuscite canzoni diventano presto popolarissimi. Seguono anni di vita relativamente tranquilla, interrotta da tournées artistiche nelle quali accompagna la seconda moglie, l'attrice Julie Holzbecher. Ma Berlino sembra ormai il terreno più adatto per la sua molteplice attività di attore (nel proprio dramma Der Lorbeerbaum und Bettelstab, 1839), compositore di libretti d'opera e poeta (Schlesische Gedichte 1830, semplici e graziose poesie in dialetto slesiano). Dal 1837 ricominciano i suoi "Wanderjahre": la morte della seconda moglie (1839) gli fa abbandonare il posto di direttore del teatro di Riga, dove era rimasto due anni; più breve ancora è il suo soggiorno a Breslavia, dove pure dirige lo Stadttheater; alla fissa dimora egli preferisce ancora la vita di un declamatore girovago di Shakespeare, mentre il continuo vagare arricchisce di sempre più interessante materiale la sua autobiografia (Vierzig Jahre, voll. 8, 1843-50). Intorno al 1850 si concede un periodo di tranquillità a Graz, dove scrive tutta vna serie di romanzi di vita slesiana (il migliore è Christian Lammfell, 1853) e conduce a termine il romanzo Die Vagabunden (1851). Nel 1864 ritorna nella sua città natia.
Prescindendo dall'autobiografia e dai Vagabunden, che sono documenti culturali importantissimi, i numerosi racconti del H. sono oggi quasi tutti dimenticati. Anche i suoi drammi, che pure diedero qualche fecondo impulso al teatro tedesco, non palesano un vero talento drammatico, ma piuttosto un attaccamento, più sentimentale che fattivo, alla vita teatrale. Insigne invece è il posto del H. nella letteratura tedesca regionale, quale rivelatore della Slesia e del suo dialetto. È inoltre merito suo aver curato l'importante edizione dei Briefe an Tieck (Breslavia 1864).
Ediz.: H. stesso pubblicò i suoi drammi: Theater, voll. 6, Breslavia 1845; e i racconti Erzählende Schriften, voll. 39, Breslavia 1861-1866.
Bibl.: M. Kurnik, K. v. H., Breslavia 1880; P. Landau, H.s Romane, Lipsia 1904; D. Böttger, H.s Werke als Quelle d. schlesischen Volkskunst, Breslavia 1922.