Lowith, Karl
Filosofo e storico tedesco della filosofia (Monaco di Baviera 1897 - Heidelberg 1973). Allievo di Husserl e Heidegger, dal 1936 al 1941 insegnò filosofia nell’univ. Tohoku di Sendai in Giappone; quindi insegnò negli Stati Uniti, prima all’Hartford theological seminary in Connecticut (1941-49), poi alla New School for social research di New York (1949-52); nel 1952 tornò in Germania, prof. di filosofia nell’univ. di Heidelberg. Il pensiero di L., inizialmente sotto l’influsso dei suoi maestri, soprattutto di Heidegger, si caratterizza, nella sua fase più matura, come rifiuto dello storicismo hegeliano, nella sua pretesa di porsi come supremo tribunale della storia, giustificatore del successo e del fatto compiuto, pur riprendendo i problemi stessi di Hegel: la storia e la sua finalità, i valori che essa realizza, ecc. Tra le opere si ricordano: Max Weber und Karl Marx (1932); Nietzsches Philosophie der ewigen Wiederkehr des Gleichen (1935; nuova ed. 1956; trad. it. Nietzsche e l’eterno ritorno); Der Mensch inmitten der Geschichte (1936); Von Hegel zu Nietzsche (1941; trad. it. Da Hegel a Nietzsche); Meaning in history (1949; trad. it. Significato e fine della storia); M. Heidegger, Denker in dürftiger Zeit (1953; trad. it. Saggi su Heidegger); Wissen, Glaube und Skepsis (1956; trad. it. Fede e ricerca); Gesammelte Abhandlungen. Zur Kritik der geschichtlichen Existenz (1960; trad. it. Critica dell’esistenza storica); Nature, history and existentialism (1966); Vorträge und Abhandlungen (1966); Gott, Mensch und Welt in Metaphysik von Descartes bis zu Nietzsche (1967; trad. it. Dio, uomo e mondo nella metafisica da Cartesio a Nietzsche); Aufsätze und Vorträge 1930-1970 (1971).