Filologo tedesco (Brunswick 1793 - Berlino 1851), prof. nelle univ. di Königsberg (1818) e di Berlino (1825). Grecista, latinista, germanista, studioso di metrica; insigne soprattutto per il metodo della critica del testo, che egli fondava, servendosi della recensio, esclusivamente su pochi testimonî sicuri, ordinati genealogicamente in modo da ricostruire il più meccanicamente possibile l'archetipo; da questo risaliva, mediante l'emendatio, all'originale. Per i testi di larga diffusione integrò il suo metodo con un metodo "geografico", corrispondente a quello delle "aree" introdotto, molto più tardi, in linguistica. L. curò un'importante edizione del Nuovo Testamento (1831, con successive edizioni), di Genesio (1834), di Babrio (1845). Decompose il poema dei Nibelunghi (1816), quindi l'Iliade (Betrachtungen über Homers Ilias, 1837 e 1841; poi con aggiunte di M. Haupt, 1874) in un certo numero di canti indipendenti, in base a rigidi criterî razionali. Curò le edizioni di varî scrittori latini; tra esse specialmente notevoli sono quelle di Terenziano Mauro, Aviano, Lucrezio, con ottimo commento critico, e poi di Gaio (1841-42) e dei Gromatici Veteres (2 voll., 1848-52).