BRANTING, Karl Hjalmar
Uomo di stato svedese, nato a Stoccolma il 23 novembre 1860, morto ivi il 24 febbraio 1925. Si applicò dapprima alle scienze esatte, specialmente all'astronomia, ma lasciò presto le scienze per la politica, e fin dal 1883 si dedicò alla propaganda socialista, onde si può considerare come il fondatore del partito democratico-sociale in Svezia. Dotato di particolari attitudini al giornalismo, fu redattore dello Stockholms Dagblad (1883), quindi del radicale Tiden (1884) e passò poi nel 1887 alla direzione del Social-Demokrat, organo laburista, che tenne, salvo brevi interruzioni, fino al 1917. In quella qualità fu processato per reato di stampa e condannato a tre mesi di detenzione (1889). Egli ebbe parte importantissima nella campagna di stampa e di comizî, che condusse all'ordinamento schiettamente democratico dello stato svedese. Dal 1907 in poi fu il capo riconosciuto del socialismo svedese, adoperandosi con molto zelo a promuovere una pacifica soluzione delle gravi difficoltà che si presentarono per la separazione della Norvegia dalla Svezia. Questa sua attività e quella da lui parimenti spiegata durante la grande guerra del 1914 per circoscrivere e abbreviare il conflitto, gli valsero nel 1921 il conferimento del premio Nobel.
Dal 1897 fino alla sua morte il B. fu deputato di Stoccolma. Fu ministro per la prima volta nel 1917, nel quale anno egli assunse il portafoglio delle Finanze nel gabinetto Nils. Dimissionario dopo pochi mesi per motivi di salute, costituì e presiedette nel 1920 il primo ministero socialista. Le alterne vicende elettorali gli fecero abbandonare e successivamente riprendere il potere nel 1920 e nel 1921, nel quale anno egli assunse per la prima volta il ministero degli Affari esteri. Battuto nel 1923 sulla questione dei sussidî per la disoccupazione, tornò al governo per la terza volta nel 1924, ma malfermo in salute, dovette presto ritirarsi.
Durante la sua lunga carriera assolse non pochi e importanti incarichi affidatigli dal suo partito e dallo stato. Nel 1917 presiedette la conferenza internazionale socialista di Berna, e nello stesso anno fu delegato del governo svedese alla Conferenza della pace a Parigi. Ebbe parte rilevantissima nei negoziati per le isole Åland; rappresentò costantemente la Svezia nella Società delle Nazioni e dal 1922 in poi fu anche nel consiglio di essa.
Il B impersonò il tipo classico del socialista scandinavo, calmo, misurato, alieno da ogni violenza anche di parola, ma inflessibile nei suoi principî. A questi egli conformava il suo atteggiamento, anche nelle questioni internazionali. Così egli che, durante la guerra, aveva dimostrato simpatie alla causa degli Alleati, fu dopo l'armistizio amico della Germania, divenuta stato democratico. Allo stesso modo, contribuì ad alimentare in seno della Società delle Nazioni la tendenza democratico-sociale, e lo si vide anche al momento dell'incidente di Corfù, nel quale prese posizione contro la tesi italiana. La sincerità delle sue convinzioni, le sue doti personali, la sua parola misurata gli assicuravano a Ginevra, anche fra coloro che dissentivano da lui, schiette simpatie personali, tanto più che, pur difendendo i suoi principî, non dimenticava di essere uomo di governo, e non usava seguire i suoi correligionarî politici nei loro postulati estremi. Così nella vessata questione del disarmo egli non sostenne la tesi utopistica del disarmo totale, accarezzata dal socialismo scandinavo e che ha avuto un principio d'applicazione in Danimarca, ma s'accostò al programma medio della limitazione degli armamenti. Il B. lascia un libro di propaganda socialista: Soȧaldemokratiens ärhundrate, Stoccolma 1903-1906, in 2 voll.
Bibl.: Bibliogr. di B. han pubblicato: Z. Hoglum (1910); E. Thyselius (1920); S. Backlund (1920), in Nordisk Familjebok, III, Stoccolma 1925.