BAHRDT, Karl Friedrich
Teologo protestante tedesco, nato nel 1741 a Bischofswerda (Oberlausitz). Insegnò nella facoltà teologica di Lipsia, 1766), ma due anni dopo fu dimesso per immoralità; riuscì tuttavia a farsi chiamare ad Erfurt, e poi a Giessen. Fino allora, il suo carattere gli aveva sollevato contro molte difficoltà, ma la sua ortodossia pareva inattaccabile. Le Neueste Offenbaru11gen Gottes in Briefen und Erzählungen (Nuove rivelazioni di Dio in lettere e racconti), rifacimento del Nuovo Testamento, gli attirarono la derisione di Goethe. Espulso anche da Giessen, ottenne altri impieghi, ma fu deposto per eresia nel 1778. Rifugiatosi a Halle, vi fu ammesso come docente, purché non s'occupasse di teologia (1779); più tardi fece l'albergatore a Weinberg, presso Halle. Un libello contro l'"editto di Wöllner" (le leggi religiose prussiane del consigliere di Federico Guglielmo II) gli procurò la condanna a un anno di prigione (1789). Morì, oscuro e povero, nel 1792. Fu un caratteristico tipo di irregolare, immorale nella vita privata e incapace di trovare l'equilibrio fra le tendenze razionalistiche dell'illuminismo, e quelle mistiche, comunicategli dal suo maestro, Christian August Crusius (1715-1775).
Bibl.: Tschackert, in Realencyclopädie für Protestantische Theologie und Kirche, II, p. 357 segg.; P. Drews, in Preussische Jahrbücher, CXXX (1907), p. 35 segg.; W. Diebl, in Archiv für Hessische Geschichte und Altertumskunde, n. s., VIII (1912), p. 199 segg.; edizione-compendio della Autobiografia, di F. Hasselber, Lipsia 1922.