FRIEDERICHS, Karl
Archeologo, nato il 17 aprile 1831 a Delmenhorst, morto il 18 ottobre 1871 a Berlino.
Studia filologia classica a Gottinga e a Erlangen, dove nel 1853 si laurea con uno studio sulla funzione del coro in Euripide e Sofocle. Trasferitosi a Berlino nel 1854, si rivolge, sotto l'influsso di Eduard Gerhard, agli studî archeologici. Nel 1855 consegue la docenza a Erlangen con uno scritto sull'importanza che ha avuto per la scultura greca la diversità di stirpe degli artisti (Nationum Graecarum diversitates etiam ad artis statuariae et sculpturae discrimina valuisse). In esso il F. sottolinea, in contrasto con H. Brunn, che la eventuale appartenenza ad uno speciale gruppo etnico va considerata come un fattore determinante, oltre alle differenze di tempo, delle diversità stilistiche proprie agli artisti greci. F. divenne così, senza volerlo, uno dei precursori delle recenti indagini stilisticostrutturali (Kaschnitz, Matz, ecc.), e precedette la formulazione dei quesiti, naturalmente fondati su basi più ampie, esposte da E. Langlotz nell'opera Frühgriechische Bildhauerschulen (1927). Nello stesso anno 1855 esce lo studio su Praxiteles und die Niobegruppe. Nel 1854 il F. era stato chiamato a succedere a Th. Panofka al museo di Berlino e nominato professore in quell'Università. Dieci anni dopo, alla morte di E. Gerhard, viene nominato direttore dell'Antiquarium di Berlino. Tra il 1869 e il 1870 compie lunghi viaggi nel mezzogiorno, dai quali nascono le sue "Lettere di un viaggiatore" (Kunst und Leben. Reisebriefe aus Griechenland, dem Orient und Italien, pubblico postumo dalla moglie nel 1872). I dodici anni passati dal F. a Berlino sono particolarmente fecondi: nel 186o esce il suo libro sulle pitture descritte dai Filostrati, Die philostratischen Gemäde. In seguito rivolge le sue ricerche principalmente alla scultura greca e romana, pure non trascurando le sue profonde cognizioni di filologia (v. Pindarische Studien, 1863). Nel 1866 rielabora la parte grecoromana della storia dell'arte di C. Schnaase. Nel 1868 pubblica sotto il titolo generale Bausteine zur Geschichte der griechischen und römischen Plastik, il catalogo del Museo dei Gessi di Berlino: Gypsabgüsse im Neuen Museum zu Berlin in historischer Folge erklärt; nel 1871 segue come volume II il catalogo delle suppellettili e dei bronzetti: Geräte und Bronzen im Alten Museum, noto anche con il titolo Kleinere Kunst und Industrie des Altertums. Nella nuova edizione, curata da P. Wolters, quest'opera è considerata ancor oggi un'opera basilare della ricerca scientifica. Accanto a queste grandi opere, il F. pubblicò moltissimi saggi. La sua mente costruttiva, dotata d'una straordinaria facoltà combinatoria, seppe risolvere problemi fondamentali. Nel 1859 riconobbe i Tirannicidi, nella copia napoletana (Arch. Zeitg., xvii, 1859, p. 65 ss.), pur dovendo lasciare insoluto il problema dell'attribuzione. Di capitale importanza per gli studî su Policleto fu la identificazione da lui fatta del Doriforo (v.) tra le numerose copie conservate (23. Ben. Winckelmanns-Programm, 1863). Inoltre egli riconobbe nell'Idolino (v.) un atleta in atto di compiere una libagione. Con queste scoperte lo studioso precocemente scomparso all'età di 40 anni, si è assicurato un posto d'onore nella storia dell'archeologia.
Bibl.: K. Bursian, in Allgemeine Deutsche Biographie, 7, p. 391 ss.; A. Michaelis, Ein Jahrhundert kunstarchäologischer Entdeckungen, Lipsia 1907, p. 296, 303 ss. (traduz. italiana, Bari 1912).