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WOESTYNE, Karel van de

di Auguste Vermeylen - Enciclopedia Italiana (1937)
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WOESTYNE, Karel van de

Auguste Vermeylen

Poeta e prosatore fiammingo, nato a Gand il 10 marzo 1878, morto il 24 agosto 1929. Membro dell'Accademia reale fiamminga dopo il 1919, il W. fu corrispondente del Nieuwe Rotterdamsche Courant, funzionario al Ministero delle scienze e arti e durante gli ultimi anni della sua vita professore di letteratura fiamminga all'università di Gand. Egli è unanimemente riconosciuto come il più grande poeta fiammingo del secolo XX.

Le principali raccolte delle sue poesie liriche sono: Het Vaderhuis (La casa paterna, 1904), Verzen (Versi, 1905), De gulden Schaduw (L'ombra dorata, 1910), De modderen Man (L'uomo di fango, 1920), God aan Zee (Iddio sul mare, 1926), HetBergmeer (Il lago di montagna, 1928).

Le poesie epiche, di cui la materia è stata desunta dagli antichi miti, sono state raccolte in Interludiën (voll. 2, 1912-14), e Zon in den rug (Il sole nel dorso, 1924). I racconti simbolici in prosa trattano motivi analoghi a quelli delle poesie, ma con una fantasia assolutamente libera: si trovano in Janus met het dubbele voorhoofd (Giano bifronte, 1908), Afwijkingen (Deviazioni, 1910), De bestendige Aanwezigheid (La Presenza eterna, 1918), Goddelijke Verbeldingen (Immaginazioni divine, 1918). Bisogna ancora aggiungere, per completare il quadro della sua attività, un saggio d'autobiografia, Beginselen der Chemie (Principî di chimica, 1925), alcuni studî sulla letteratura e l'arte contemporanea Kunst en Geest in Vlaanderen (L'arte e lo spirito nelle Fiandre, 1910), De Schroeflijn (La Spirale, voll. 2, 1928) e un romanzo in collaborazione con H. Teiclinck, De Leemen Torens (Le torri d'argilla, 1928). Il W. è il poeta dell'anima moderna nel suo momento di estremo sviluppo, assai complicata, dalle sensazioni raffinate fino al parossismo, travagliata dal disaccordo tra il sogno e l'azione, tra la sensualità bruciante e l'aspirazione mistica più pura. La sua forma, assai tormentata e a volte oscura, ma d'una straordinaria forza d'espressione, ha notevolmente arricchito la lingua poetica fiamminga.

Vedi anche
letteratura In origine, l'arte di leggere e scrivere; poi, la conoscenza di ciò che è stato affidato alla scrittura, quindi in genere cultura, dottrina. Oggi s'intende comunemente per letteratura l'insieme delle opere affidate alla scrittura, che si propongano fini estetici, o, pur non proponendoseli, li raggiungano ... prosa Espressione linguistica orale o scritta, non vincolata dalle regole metriche e ritmiche proprie della poesia; il termine è riservato specialmente all’espressione letteraria. prosa d’arte Nel linguaggio della critica letteraria, la prosa tipica dei frammentisti, in voga in Italia negli anni precedenti ... lirica Lo stesso che poesia lirica, nei due distinti significati, di poesia che in origine, presso i Greci, veniva cantata con l’accompagnamento del suono della lira, e di poesia affettiva, nella quale prevale l’espressione della pura soggettività del poeta. 1. Antichità Nella tradizione greca l’aggettivo ... poesia Arte di produrre composizioni verbali in versi, cioè secondo determinate leggi metriche, o secondo altri tipi di restrizione; con una certa approssimazione si può dire che il significato di poesia è individuabile, nell’uso corrente e tradizionale, nella sua contrapposizione a prosa, in quanto i due termini ...
Vocabolario
van¹
van1 van1 〈van〉. – Primo elemento di cognomi olandesi (Van Dyck, Van Gogh, ecc.) e fiamminghi (Van Opstal, Van Roomen, ecc.), nei quali rappresenta una componente prepositiva con funzione patronimica, matronimica, etnica (come il ted. von...
van²
van2 van2 〈vän〉 s. ingl. [accorciamento di caravan] (pl. vans 〈vän∫〉), usato in ital. al masch. (e pronunciato per lo più 〈van〉). – 1. Tipo di furgone rimorchiabile da autoveicoli, usato per il trasporto di merci e anche di animali. 2....
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