KALON (Κάλων, Κάλλων, Callon)
Scultore di Egina ricordato dalle fonti letterarie e da una iscrizione di Atene. Pausania (ii, 32 s.) ricorda nel santuario di Atena Sthenias a Trezene uno ξόανον della dea opera di K. e aggiunge che l'artista era scolaro di Tektaios e di Angelion, a loro volta scolari di Dipoinos e Skyllis. Un'altra opera di K. era nell'Amyklaion presso Sparta e apparteneva, sempre secondo Pausania (iii, 18, 8; iv, 14, 1, s.), alla offerta fatta dagli Spartani dopo la prima vittoria sui Messeni di tre tripodi, due dei quali opera dell'artista laconico Gitiadas, e l'ultimo di Kalon. Plinio (Nat. hist., xxxiv, 49) ricorda l'artista tra i bronzisti insieme ad Hageladas e Gorgias. Secondo Pausania (vii, 18, 10) K. era contemporaneo di Kanachos. L'artista è ricordato da Quintiliano (Inst. orat., xii, 10, 7).
L'iscrizione che conserva la firma di K. rinvenuta sull'acropoli di Atene, può essere datata, sulla base dei caratteri epigrafici, attorno al 500 a. C. Con la prima sono state messe in rapporto due altre epigrafi incise dalla stessa mano e nello stesso materiale, così da far ritenere che la firma di K. appartenesse ad uno dei due ultimi testi. Il primo di essi, metrico, faceva parte della base di un dono votivo (forse una statua) dedicato da Ophsiades ad Atena; il secondo apparteneva alla base dedicata da uno Spoudis e che forse sosteneva un tripode (anche la seconda iscrizione era probabilmente metrica).
La somiglianza tra le dediche riconducibili a K. e quelle di due monumenti opera di Hegias, ha fatto pensare che quest'ultimo fosse associato, nella sua giovinezza a Kalon.
Gli elementi antiquarî che risultano da quanto sopra esaminato farebbero pensare che l'artista, nato attorno alla metà del VI sec. a Egina, avrebbe ricevuto la sua educazione nella tecnica della pietra è del legno da Tektaios e Angelion e quella del bronzo probabillnente da un artista egineta, forse Gitiades (associato a K. nella lavorazione dei tripodi dell'Amyklaion), e che egli dové essere particolarmente attivo nell'ultimo venticinquennio del VI sec. (verso il 500 a. C. particolarmente ad Atene).
Bibl.: A. E. Raubitschek, Dedications from the Athenian Akropolis, Cambridge Mass., 1949, p. 91 ss., nn. 85-87; p. 508 s. (con bibl. prec.)