Saïed, Kaïs. – Giurista e uomo politico tunisino (n. Tunisi 1958). Vicepresidente dal 1995 dell’Associazione tunisina di Diritto costituzionale e dal 1999 docente di tale disciplina presso l’Università di Tunisi, è entrato in politica in vista delle elezioni presidenziali svoltesi nel 2019 dopo il decesso del presidente in carica B.C. Essebsi, alle quali si è presentato come candidato indipendente con l’appoggio del partito islamista Ennahda. Affermatosi con il 75% al primo turno, tenutosi nel mese di settembre, sull’imprenditore N. Karoui, lo ha sconfitto al ballottaggio svoltosi il mese successivo ottenendo il 72,7% dei consensi. Conservatore e vicino all’islamismo più radicale su temi sociali quali l’omosessualità e la parità di diritti tra generi, nel suo programma di governo sono centrali la lotta alla corruzione e sostanziali modifiche del sistema politico tunisino, perseguito attraverso il decentramento delle istituzioni politico-amministrative. Nel luglio 2021, a seguito delle violente manifestazioni antigovernative, l'uomo politico ha sospeso le attività del Parlamento per 30 giorni, rimuovendo dalla carica il primo ministro H. Mechichi e assumendo il potere esecutivo fino alla nomina di un nuovo premier. Nel luglio 2022 un referendum ha approvato a larga maggioranza, ma con una ridottissima affluenza alle urne, una nuova Costituzione promossa dall'uomo politico, che potenzia i poteri del capo dello Sato, concedendogli il coesercizio della funzione esecutiva e ampie ingerenze sui poteri legislativo e giudiziario; nel dicembre successivo la scarsissima partecipazione (ca. 9% degli aventi diritto) registrata alle consultazioni politiche ha indotto i partiti dell’opposizione, che hanno boicottato il voto, a chiedere le dimissioni dell'uomo politico. Il precario equilibrio sociopolitico del Paese è andato ulteriormente alterandosi a seguito della gravissima crisi economica a fronte della quale non sono state intraprese azioni significative e dalle politiche di controllo e contenimento del fenomeno immigratorio concertate con l'Unione europea, ciò generando ampio dissenso popolare e violente agitazioni di piazza, duramente represse dalle forze dell'ordine.