Poeta polacco (Krzemieniec 1809 - Parigi 1849). Trascorse l'adolescenza e la prima giovinezza a Vilnius, dove studiò giurisprudenza e conobbe A. Mickiewicz, che rimase sempre per lui un modello. La rivoluzione del 1830 lo raggiunse a Varsavia, da dove partì per l'estero, pare per una missione diplomatica. Visse d'allora in poi soprattutto in Francia, ma prima e dopo un viaggio in Terrasanta, soggiornò a lungo anche in Italia (1836-38). Dopo un primo periodo (1828-34) in cui, abbandonandosi al suo talento istintivo e brillante, scrisse numerosi poemetti ispirati a Byron, due drammi (Mindowe, 1829; Marja Stuart, 1830), e il componimento Godzina myśli ("Ora del pensiero", 1833), delicata rievocazione poetica della propria adolescenza, S. affrontò argomenti più impegnativi: in Kordjan (1834) il dissidio, sullo sfondo della tragedia patria, tra sogni e realtà, tra aspirazioni e incapacità di realizzarle; in Horsztyński (1835) e Mazepa (1840) la raffigurazione drammatica di personaggi della storia polacca; in Balladyna (1839) l'assurgere di un irrazionalismo fiabesco a tragedia del destino. Il viaggio in oriente gli ispirò, oltre al magnifico Hymn o zachodzie slońca ("Inno al tramonto del sole", 1836) e ad alcune opere di carattere impressionistico e fantastico, il racconto poetico Ojciec zadżumionych ("Il padre degli appestati", 1839), tragica visione della sofferenza, e Anhelli (1838), che di quest'epoca è l'opera più completa e matura. In tutti questi componimenti è adombrata la posizione del poeta di fronte al problema, fondamentale per i fuoriusciti polacchi, delle colpe della sciagura patria e delle vie atte a condurre alla risurrezione della Polonia. Tale problema è al centro anche del poema satirico Beniowski (1841), il cui protagonista richiama la figura di Don Juan, e del dramma Lilla Weneda (1840), mentre con il dramma Fantazy (1841) S. diede prova di saper essere anche un acuto osservatore della realtà. Gli ultimi sette anni (1842-49) della sua vita hanno come punto di partenza un incontro con A. Towiański, e come punto d'arrivo il grande e incompiuto poema mistico Król-Duch ("Re-Spirito"), summa della sua visione messianica, del quale il poeta pubblicò una prima parte nel 1847. Tappe importanti nell'elaborazione del sistema poetico-filosofico di S. sono una serie di drammi (Ksiądz Marek, 1844; Sen srebrny Salomei, "Il sogno argenteo di Salomea", 1844; Samuel Zborowski, 1845), di trattati mistici (Genezis z ducha "Genesi dallo spirito", 1844), di bellissime liriche, in cui via via si concreta la sua cosmogonia mistica, concepita come una marcia ascensionale della materia e dell'umanità verso forme sempre più elevate dello spirito. In questa evoluzione la Polonia ha un posto cospicuo, sicché la sua dottrina spiritualistica è strettamente connessa col messianismo patriottico polacco. Rimasta per lungo tempo incompresa, l'arte di S. è stata valutata a pieno solo verso la fine del sec. 19º.