LANGBEHN, Julius
Scrittore tedesco, nato a Hadersleben (Schleswig-Holstein) il 26 marzo 1851, morto a Rosenheim il 30 aprile 1907. Figlio d'un insegnante costretto a emigrare dalla persecuzione politica danese, crebbe poveramente a Kiel. Per partecipare, volontario, alla guerra del 1870, interruppe gli studî universitarî, e li riprese più tardi a Monaco dopo un viaggio a Venezia e nell'Italia settentrionale. Nel 1881 si recò, laureato, a Roma con una borsa dell'Istituto archeologico germanico; ma nel 1882 abbandonò l'archeologia per dedicarsi a studî storici e filosofici.
Tra grandi privazioni andò preparando il libro a cui deve la sua fama: Rembrandt als Erzieher. Von einem Deutschen (uscito anonimo, Lipsia 1890; ed. modificata secondo le ultime intenzioni dell'autore da B. Momme Nissen, Lipsia 1922). In forma di discorso continuato, di tono apodittico e profetico, l'opera era una critica radicale dell'arte, della scienza, della politica, della cultura e della vita tedesca contemporanee e un appello appassionato alla rigenerazione del popolo nello spirito d'una cosciente germanicità paradigmaticamente sintetizzata nella figura di Rembrandt. In più punti la critica del Langbehn s'incontrava con quella di F. Nietzsche e dava voce a stati d'animo diffusi nel tempo e riflessi poi in altri movimenti (come quello capeggiato da St. George). Ma, nell'intento di giungere subito al centro d'ogni problema, egli poneva le teorie razzistiche a fondamento delle sue costruzioni ideologiche, le quali facevano del tedesco settentrionale (il Niederdeutsche) nella sua forma pura l'archetipo dell'uomo rinato alla "personalità", e tra l'altro celebravano come esemplare la politica della repubblica di Venezia, per essere sulla laguna prevalso sopra il sangue italico il germanico rinforzato da alcune stille greche. Lo strepitoso successo del Rembrandt si quetò molto rapidamente, quantunque delle sue argomentazioni continuassero a valersi le ideologie antisemitiche e nazionaliste, e sebbene esso contribuisse alla fortuna della cosiddetta Heimatkunst. Un libretto di versi (Vierzig Lieder von einem Deutschen, 1891) e una serie di aforismi polemici (Schlussbemerkungen, 1892) non destarono quasi più attenzione. Nell'ombra in cui scomparve, il Langbehn, senza cessare i suoi ardori riformatori, modificò molti dei suoi pensieri e nel febbraio 1900 si convertì al cattolicismo.
Ediz.: Langbehns Lieder, Monaco s. a.; Der Geist des Ganzen, Friburgo in B. 1930.
Bibl.: B. Momme Nissen, Der Rembrandtdeutsche, J. L., Friburgo in B. 1926; C. Gurlitt, L., der Rembrandtdeutsche, Berlino 1927.