KOLLMANN, Julius
Istologo, embriologo e antropologo, nato il 24 febbraio 1834 a Holzheim (Baviera), morto a Basilea il 24 giugno 1918. Divenne sul finire del 1859 assistente di T. L. Bischoff. Dopo un viaggio di studio in Inghilterra e in Francia, ebbe la docenza nel 1861 e nel 1870 divenne professore straordinario a Monaco. Nel 1878 fu chiamato alla cattedra di anatomia di Basilea, che tenne fino al suo ritiro nel 1913. Fu a lungo segretario della Società antropologica tedesca, fondata nel 1868.
Formatosi alla scuola del Bischoff, seppe per proprio conto battere nuove vie. In un primo periodo la sua attività fu prevalentemente rivolta all'istologia, cui diede buoni lavori, sulla struttura dei vasi del rene, sui primi abbozzi dentarî, sul sistema vasale dei Molluschi, sui corpuscoli rossi del sangue, ecc. Dopo il 1884 la sua attività fu prevalentemente rivolta all'embriologia e all'antropologia. Partecipò vivamente all'indirizzo anatomo-comparativo promosso da C. Gegenbaur, mentre rimase piuttosto lontano dall'indirizzo della meccanica dello sviluppo di W. Roux. Rimase anche in disparte dalle speculazioni critiche sulla dottrina della selezione di Darwin. I suoi lavori embriologici sull'uovo umano, sulla relazione fra celoma e nefridio, sulle metamorfosi dell'Axolotl, sullo sviluppo della corda dorsale nell'uomo, sulla segmentazione del tronco degli embrioni, sono rimasti classici, come il suo trattato di embriologia umana. È degna di ricordo la sua collaborazione alla revisione della nomenclatura anatomica (1895). È notevole anche un trattato di anatomia plastica. Il suo primo lavoro di antropologia è del 1873 e verte sulle antiche tombe germaniche di Starnberg. A esso seguirono lo studio della craniologia antica della Baviera e i contributi a una craniologia dei popoli europei. Molto nota è la sua distinzione di tipi craniensi armonici e disarmonici, e la sua dottrina della correlazione fra i caratteri metrici della faccia. Col lavoro sui resti umani dello Schweizersbild, in cui dimostrò la presenza nel Neolitico di forme pigmoidi, egli iniziò la sua teoria dei Pigmei, secondo la quale una forma antropoidica ma con cranio rotondeggiante e privo dei fenomeni di bestialità e a statura bassa sarebbe la progenitrice degli uomini e degli antropomorfi. Le razze ad alta statura proverrebbero da quelle piccole. L'uomo di Neanderthal sarebbe un ramo senza importanza filetica per l'umanità attuale. Lo stesso si dica per il Pitecantropo. Importanti sono anche i tentativi di ricostruzione della fisionomia delle razze antiche dal cranio. Aveva portato quasi a compimento un trattato di antropologia fisica quando la morte lo colse.
Bibl.: H. K. Corning, J. K., in Anatom. Anzeiger, LII (1920).