GREEN, Julien
(App. III, I, p. 792)
Scrittore statunitense di lingua francese. Oltre ai prestigiosi Prix national des lettres (1966) e Grand prix de l'Académie française (1970), ha ottenuto molti altri riconoscimenti in Francia e all'estero, entrando fra l'altro all'Académie royale de Belgique (1951) e all'Académie française (1971), e meritando la Légion d'honneur e la pubblicazione delle Oeuvres complètes nella celebre Bibliothèque de la Pléiade (voll. i-vi, 1972-90).
La produzione letteraria di G., molto intensa nell'ultimo trentennio, spazia ancora dal romanzo al diario al teatro, mantenendo intatta e in alcuni casi portando ad alti livelli stilistici ed espressivi l'indagine introspettiva e la problematica sottesa a ogni suo libro: un'invincibile fatalità che attutisce o neutralizza ogni volontà e conduce l'individuo alla perdizione, al peccato o a un paralizzante complesso di colpa. Nelle prove narrative più recenti il chiuso fatalismo e il radicale giansenistico pessimismo di G. si stempera in una rassegnata consapevolezza del mistero del destino umano e della grazia.
La tempestosa avventura dell'esistere, l'apparente assenza di Dio, l'inesorabile fatalità della morte e del peccato, i grovigli dell'animo e dell'agire umano sono ancora temi dominanti dei romanzi: Chaque homme dans sa nuit (1960; trad. it., 1963), L'autre (1971), Le mauvais lieu (1977; trad. it., L'innocenza ambigua, 1979), e i due tomi della saga Dixie, ambientata nel Sud degli Stati Uniti (i, Les pays lointains, 1987; ii, Les étoiles du Sud, 1989; traduzioni it., 1988 e 1990); dei suoi racconti (Histoire de vertige, 1983, raccoglie quelli composti dal 1921 al 1932); degli scritti autobiografici Partir avant le jour (1963; trad. it., 1966), Mille chemins ouverts (1964; trad. it., 1968; con aggiunta di pagine inedite: Jeunes années, sottotitolato Autobiographie i-ii, 1984), Terre lointaine (1966; trad. it., 1970), Jeunesse (1974); delle pièces teatrali (Demain n'existe pas, 1979; L'automate, 1980; Le grand soir, 1981).
Parallelamente G. ha continuato a sondare la possibile strada verso la verità proseguendo stesura e pubblicazione del suo Journal.
Ai sette volumi pubblicati nel trentennio 1928-58 si sono aggiunti: Vers l'invisible, journal 1958-66 (1967; trad. it., 1973), Ce qui reste de jour, journal 1966-72 (1972; trad. it., 1977), La bouteille à la mer, journal 1972-76 (1976), La Terre est si belle, journal 1976-78 (1982), La lumière du monde, journal 1978-81 (1983), L'arc-en-ciel, journal 1981-84 (1989), L'expatrié, journal 1984-1990 (1990). Il Journal è ripubblicato in redazione definitiva nei tomi iv (1975), v (1977) e vi (1990) delle Oeuvres complètes.
Bibl.: G. S. Burne, J. Green, New York 1972; J. Petit, Green, Parigi-Bruxelles 1972; W. Rupolo, Green o l'ossessione della verità, in Humanitas, 28 (1973), 2; N. Kostis, The exorcism of sex and death in Green's novels, L'Aia 1973; J. P. J. Piriou, Sexualité, religion et art chez J. Green, Parigi 1976; A. Tamuly, J. Green à la recherche du réel. Approche phénoménologique, Québec 1977; G. Rubino, J. Green, in I contemporanei. Letteratura francese, a cura di M. Colesanti e L. De Nardis, ii, Roma 1977, pp. 689-717; J. M. Dunaway, The metamorphoses of the self: the mystic, the sensualist and the artist in the works of J. Green, Lexington 1978; J. Green en liberté. Entretiens avec Marcel Jullian, Parigi 1980; A. N. Newbury, J. Green: religion and sensuality, Atlantic Islands (New Jersey) 1986; Actes du Colloque international Cultures et pays dans l'oeuvre de J. Green, Lione 1989; R. de Saint Jean, L. Estang, J. Green, nuova ed. a cura di G. Lucera, Parigi 1990.