Furthman, Jules (propr. Furthmann, Julius Grinnell)
Sceneggiatore statunitense, di origine tedesca, nato a Chicago il 5 marzo 1888 e morto a Oxford (Inghilterra) il 22 settembre 1966. In quasi mezzo secolo di attività, che lo vide passare dal cinema muto a quello sonoro, F. scrisse o adattò storie incentrate sui temi del destino e dell'onore, esibendo uno spiccato talento individuale. Collaborò con vari registi, in particolare Josef von Sternberg e Howard Hawks, sperimentando diversi generi cinematografici (dal western al noir, passando per la commedia). La sua scrittura, di alta qualità, si distinse per l'incisività dei dialoghi, forti e carichi di allusioni, la precisione dei plots, sapientemente costruiti, e infine la cura dei caratteri dei personaggi.
Figlio di un immigrato tedesco, a causa di una salute cagionevole frequentò la scuola in modo irregolare, curando la sua formazione con assidue letture. Dopo la morte del padre, all'inizio degli anni Dieci viaggiò nel Sud-Ovest degli Stati Uniti e in Messico, lavorando come giornalista e scrivendo brevi racconti western. Nel 1915 iniziò a vendere soggetti cinematografici e nel volgere di due anni divenne sceneggiatore per la Universal Pictures, la Mutual Film Corporation e la Pathé Frères, firmandosi con vari pseudonimi (spesso come Stephen Fox) che nascondevano le sue origini tedesche; scrisse nove film per Henry King, interpretati dal raffinato William Russell, e adattò l'omonimo romanzo di J. Conrad per Victory (1919) di Maurice Tourneur. Ripreso il suo nome, F. diresse e scrisse per la Fox Film Corporation The land of jazz (1920), The blushing bride e Colorado pluck, entrambi del 1921, e collaborò con John Ford per l'insolito western The big punch (1921), con Buck Jones. Tra il 1925 e il 1933 lavorò per la Paramount, divenendo uno degli sceneggiatori più quotati di Hollywood: scrisse due film per Pola Negri, Hotel imperial (1927; L'ultimo addio) di Mauritz Stiller, su un soggetto di Lajos Bíró, e Barbed wire (1927) di Rowland V. Lee, da un romanzo di H. Caine; quindi The way of all flesh (1927; Nel gorgo del peccato) di Victor Fleming, che nel 1929 valse l'Oscar al protagonista Emil Jannings. L'incontro con von Sternberg avvenne nel 1927 in occasione dell'adattamento effettuato dal fratello di F., Charles, per il gangster film Underworld (Le notti di Chicago, originariamente distribuito in Italia con il titolo Il castigo), da un soggetto di Ben Hecht. Iniziò così una collaborazione protrattasi nel tempo con esiti felici, a partire dal melodramma romantico The docks of New York (1928; I dannati dell'oceano), da un racconto di J.M. Saunders, che contese a Sunrise ‒ A song of two humans (1927; Aurora) di Friedrich W. Murnau il primato qualitativo nell'ambito del cinema muto. Seguirono The dragnet (1928), adattamento di un racconto di O.H.P. Garrett, The case of Lena Smith (1929), da un'idea di S. Ornitz, Thunderbolt (1929; La mazzata), su soggetto originale che F. elaborò con il fratello (insieme al quale scrisse molti film); e infine, i film che consacrarono Marlene Dietrich nel ruolo di femme fatale: Morocco (1930; Marocco), da una pièce di B. Vigny; Shanghai Express (1932), su un soggetto di H. Hervey; e da ultimo Blonde Venus (1932; Venere bionda), di cui F. fornì il soggetto, pur non risultando accreditato. Con von Sternberg avrebbe collaborato ancora nel 1941, adattando con altri un dramma di J. Colton per The Shanghai gesture (1941; I misteri di Shanghai) e nel 1950 con Jet pilot (Il pilota razzo e la bella siberiana, che uscì nel 1957).
Nel corso degli anni Trenta F., sotto contratto alla Metro Goldwyn Mayer, scrisse in collaborazione due film per Jean Harlow, Bombshell (1933; Argento vivo) di Fleming, da una commedia di C. Francke e M. Crane, e China seas (1935; Sui mari della Cina) di Tay Garnett, dal romanzo di C. Garstin, e ottenne la sua unica nomination all'Oscar nel 1936 con l'epico Mutiny on the Bounty (1935; La tragedia del Bounty o Gli ammutinati del Bounty) di Frank Lloyd, tratto dal romanzo di Ch. Nordhoff e J.N. Hall. Nel 1936, 'prestato' da Irving Thalberg a Samuel Goldwyn, scrisse con J. Murfin il suo primo film per Hawks, Come and get it (Ambizione), terminato da William Wyler, caotico adattamento del romanzo di E. Ferber. Nonostante lo scarso successo del film, F. avrebbe firmato ancora per il regista molte sceneggiature, considerate modelli di complessità narrativa: dopo Only angels have wings (1939; Avventurieri dell'aria), su un suo soggetto originale, lavorò con William Faulkner all'adattamento del romanzo di E. Hemingway per To have and have not (1944; Acque del sud), e del romanzo di R. Chandler per il noir The big sleep (1946; Il grande sonno), alla cui sceneggiatura partecipò anche Leigh Brackett. Nel 1943 F. aveva collaborato, insieme ai non accreditati Hawks e Hecht, alla scrittura dell'anomalo western The outlaw (Il mio corpo ti scalderà) diretto da Howard Hughes (che sostituì Hawks nelle riprese), film con problemi di censura che uscì solo nel 1950. Dopo Nightmare alley (1947; La fiera delle illusioni) di Edmund Goulding, inquietante melodramma tratto dal romanzo di W.L. Gresham, F. lavorò ancora per Hawks, scrivendo con L. Brackett il western Rio Bravo (1959; Un dollaro d'onore), tratto da un soggetto di B.H. McCampbell.
J. Baxter, The cinema of Josef von Sternberg, London-New York 1971, passim.
R. Corliss, Talking pictures: screenwriters in the American cinema, 1927-1973, Woodstock (NY) 1974, pp. 265-74.
R.D. Pennington, Jules Furthman, in Dictionary of literary biography, 26° vol., Detroit 1984, ad vocem.
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