DALOU, Jules
Scultore, nato a Parigi il 31 dicembre 1838, morto ivi il 15 aprile 1902. Figlio di un operaio, fin da ragazzo si sentì attratto verso il disegno e il modellato. I suoi primi tentativi furono diretti dal Carpeaux e più tardi frequentò la scuola di belle arti. Al Salon del 1861 espose per la prima volta. Seguirono nel 1867 il Nuotatore che ebbe qualche lode, nel 1869 il gruppo Dafni e Cloe, nel 1870 la Ricamatrice. Quest'ultima opera fu acquistata dallo stato.
L'adesione alla Comune gli valse la condanna ai lavori forzati, ma poté fuggire in tempo, riparando in Inghilterra. Ritornò in Francia nel 1879 in seguito all'amnistia e l'anno medesimo vinse il concorso per il Trionfo della repubblica, inaugurato sulla Piazza del Trono (Piazza della Nazione) nel 1899. Nel 1890 egli passò al nuovo Salon della Società nazionale, presiedendo la sezione di scultura. Il D. esegui marmi di soggetto libero, come il Baccanale (1891, sulla Fontaine du Fleuriste ad Auteuil) e numerosissimi monumenti: a Boussingault (Conservatorio di arti e mestieri), a Eugenio Delacroix e a Scheurer-Kestner (ambedue nel giardino del Lussemburgo), a Lavoisier (anfiteatro della Sorbona), ad Alphand (Avenue Foch), a Gambetta (Bordeaux), a Hoche (Quiberon), ecc. Sulle tombe di Blanqui e di Victor Noir, nel cimitero del Père-Lachaise, scolpì delle belle statue giacenti. Lavorò pure a varî busti, solidamente concepiti: di Charcot, Vacquerie, Rochefort, Gigoux Theuriet, ecc. Gli ultimi anni della vita del D. furono quasi completamente dedicati a un progetto per un monumento ai Lavoratori che non doveva realizzare (particolari nel Museo di belle arti e al Louvre).
Il D. è uno dei grandi scultori francesi della fine del secolo scorso; soprattutto nei suoi bozzetti si rivela insigne maestro. La sua opera vasta e forte dimostra la padronanza che aveva della materia; egli ne trae effetti di un'energia un po' rude, ma sa dare alle forme solidamente costrutte una grande efficacia espressiva. Sembra che, pur conservando traccia degl'insegnamenti del Carpeaux, sia compenetrato dell'opera del Rude. Lo studio che giovanissimo fece della statuaria di Versailles dà alle opere di questo figlio del popolo, nutrito del simbolismo democratico, un'impronta di classicità.
Bibl.: M. Dreyfous, D., sa vie et ses oeuvres, Parigi 1903; P. Cornu, J. D. (Portraits d'hier), Parigi 1908; id., in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, VIII, Lipsia 1913 (con ampia bibl.); I. Tild, D., in La Renaissance de l'art français, III (1920), pp. 180-84; H. Lapanze, Sur un buste inédit de D., ibid., V (1922), p. 134.