Scrittore (Saint-Sauveur-le-Vicomte 1808 - Parigi 1889). Nella sua lunga carriera di giornalista e di romanziere difese sempre con coraggio e coerenza i suoi ideali di cattolico e di monarchico legittimista antidemocratico, contro il naturalismo, il positivismo, il socialismo, occupandosi inoltre di critica letteraria e teatrale. Ma più che alle numerose raccolte di articoli e saggi polemici (quattro serie di Les oeuvres et les hommes, 1860-1890), in cui, accanto a interpretazioni sicure e originali, non mancano prese di posizione assurde e paradossali estremismi, oggi la sua fama è affidata ad alcuni suoi saggi più equilibrati (Du dandysme et de G. Brummel, 1845; Les prophètes du passé, 1851), ai suoi romanzi (Une vielle maîtresse, 1851; L'ensorcelée, 1852; Le chevalier des Touches, 1864; Un prêtre mariê, 1865), alle celebri novelle Les diaboliques (1874), quasi tutte opere stravaganti e immaginose, ma scritte in uno stile efficace e personalissimo. Da ricordare anche le sue Poésies (1870; 1a edizione en plaquette: 1845).