Filosofa statunitense (n. Cleveland, Ohio, 1956). Ultimati gli studi universitari a Yale (1984) si è posta al centro del dibattito post-strutturalista e ha contribuito alle tematiche di genere, identità e linguaggio con numerosi saggi e articoli. Docente presso il dipartimento di Retorica e letterature comparate all’Università della California (Berkeley) e presso la European Graduate School, nel 1990 ha pubblicato Gender trouble, in cui ha messo in discussione la naturalità dell’identità di genere, affermandosi come una delle maggiori esponenti della teoria queer. Profonda conoscitrice dell’opera di H. Arendt, negli anni successivi ha approfondito i temi della censura, dell’intimidazione e dell’incitamento alla violenza contro minoranze e diversità. Tra le sue altre opere principali si ricordano: Bodies that matter (1993), Antigone’s claim (2000), Precarious life (2004), Frames of war (2009), Notes toward a performative theory of assembly (2015) e The force of nonviolence (2020).