RUFO GUTIÉRREZ, Juan
Scrittore, nato probabilmente nel 1547 a Cordova, ivi morto dopo il 1620. Nella sua vita inquieta e irregolare non riuscì a sollevarsi dalla mediocrità, sebbene non gli mancassero l'ingegno e le occasioni. Figlio di Luis Rofos (il cui nome egli cambiò in Rufo per civetteria letteraria), ch'era tintore e assessore dell'annona a Cordova, gli succedette nella carica, che poi abbandonò e riprese più volte - ora perché accusato di irregolarità amministrative, ora per tentare altre vie più avventurose - finché nel 1580 s'arruolò nell'esercito di don Giovanni d'Austria e partecipò alla battaglia di Lepanto; già nel 1568, dopo una fuga in Portogallo, s'era iscritto nelle milizie che soffocarono la rivolta dei Mori: e questi due avvenimenti, che furono i maggiori del suo tempo, egli intese celebrare nel poema Austriada (1584) in onore di don Giovanni d'Austria. Ritornato in patria, visse a Toledo, a Siviglia, poi a Cordova, sempre assillato dai debiti e spiritualmente disorientato; ma quella saggezza, che egli non seppe tesoreggiare per la sua vita pratica, fece oggetto di acuta e vivace riflessione nei suoi Seixientos apoftegmas (1596); soltanto qualche anno dopo, in seguito alla morte del padre e venuto in eredità di un podere, si decise ad abbandonare definitivamente le pretese letterarie e le ambizioni pratiche.
L'Austriada (Madrid 1584; Toledo 1585; Alcalá 1586) è in 24 canti, di cui la prima e più ampia parte è ricalcata sulla Guerra de Granada di Diego Hurtado de Mendoza: vi si narra l'origine dei Mori, i motivi della loro ribellione, le vicende della guerra combattuta con il concorso di don Giovanni d'Austria, fino alla vittoria dei cristiani. A questa parte è innestata la guerra contro i Turchi, in cui il poeta ha modo di esaltare più compiutamente la figura del protettore. Il poema non ha che un valore descrittivo, e alle ragioni patriottiche e d'attualità che ne determinarono la diffusione presso i contemporanei, non corrispondono le qualità artistiche. Di maggiore interesse invece gli Apoftegmas, che in forma proverbiale esplorano l'esperienza degli uomini e la lezione della realtà quotidiana. Si sa anche che il R. aveva iniziato un poema in lode del duca di Alba e delle sue campagne nelle Fiandre; alcune sue poesie d'argomento vario e occasionale furono raccolte in fine all'edizione degli Apoftegmas.
Ediz. e bibl.: La Austriada, in Bibl. Aut. Esp., XXIX; le Poesías, ivi, XVI e XLII. Cfr. R. Foulché-Delbosc, Étude sur la "Guerra de Granada" di Hurtado de Mendoza, in Revue hisp., I (1894), pp. 101-165; R. Ramîrez de Arellano, J.R.: estudio biográfico y crítico, Madrid 1912.