MONTALVO, Juan
Scrittore ecuadoriano, nato in Ambato (Tungurahua) nel 1833, morto a Parigi nel 1889.
Portò nella politica e nei suoi ideali liberali uno spirito acuto, combattivo, ribelle alla tirannia come a ogni forma d'ipocrisia morale e religiosa. La sua polemica aspra e implacabile, condotta sui giornali e con libelli, contro gli uomini che si succedevano al governo, gli costò più volte la persecuzione e l'esilio, che però non poterono mai disarmarlo. Nella sua operosa attività alcune opere sono veramente originali, sia per l'atteggiamento morale dell'uomo, sia per la ricerca stilistica dell'artista, soprattutto: Siete tratados (Besançon 1882), l'opera più caratteristica, nella quale il M. discute e divaga con una sua umana e pratica filosofia e col modello ideale del Montaigne. Anche la sua lingua arcaicizzante, a volte involuta, a volte secca e penetrante, ha un suo particolare tono che nella prosa spagnola occupa un posto a sé (Capítulos que se le olvidaron a Cervantes: ensayo de imitación de un libro inimitable, Besançon 1895; Inéditos y artículos escogidos, Quito 1897; Geometría moral, 1902; Mercurial eclesiástica, 1917, ecc.).
Bibl.: R. Blanco-Fombona, Grandes escritores de América, Madrid 1917.