SAER, Juan José
Scrittore e poeta argentino, nato a Serondino (Santa Fe) nel 1937; dal 1968 vive a Rennes, in Francia, dove insegna Letteratura ispanoamericana. In Responsos (1964), romanzo il cui personaggio centrale è, nell'economia della narrazione, legato alla caduta di Perón, s'individuano tracce di realismo e riferimenti concreti al contesto politico. In En la zona (1964), raccolta di racconti, muovendo da un dato reale S. costruisce uno spazio immaginario, presente in tutti i tredici racconti, che risultano divisi in due parti da un componimento poetico, Paso de baile. Altri volumi di racconti sono Palo y hueso (1965) e Unidad de lugar (1967).
Sombras sobre vidrio esmerilado è il primo racconto di quest'ultima raccolta; in esso (e tale caratteristica sarà peculiare di tutta l'opera narrativa di S.) il piano referenziale è per lo più legato alla quotidianità dei personaggi, mentre quello letterario rinvia costantemente a una sorta di processo di riflessione sulla scrittura. In questa riflessione l'autore si collega con un dato dominante della cultura attuale: la revisione critica e l'opposizione ai modi tradizionali di rappresentazione nell'arte. Le esperienze precedenti dei racconti e del secondo romanzo, La vuelta completa (1966), si condensano in El limonero real (1974) − romanzo a struttura circolare, che si svolge nell'arco di un'intera giornata, l'ultimo dell'anno, vissuta dal protagonista tra sensazioni e ricordi − e in La mayor (1976); mentre in Cicatrices (1969) e in Nadie, nada, nunca (1980) emergono in limpida definizione le particolari qualità stilistiche e affabulatorie che fanno di S. uno degli scrittori più interessanti e originali della letteratura argentina contemporanea. El entenado (1983), Glosa e La ocasión (1988) rappresentano invece, come ha affermato lo stesso autore, "un'apertura verso i modelli narrativi". In El entenado, che parte da uno spunto storico − il viaggio che porterà Juan Díaz de Solís a scoprire el Mar Dulce − sulla narrazione in forma di autobiografia classica s'innestano gli schemi della cronaca, del racconto di viaggio, del romanzo picaresco e di quello filosofico. In Glosa lo spunto è dato invece dalla conversazione di due personaggi che, durante una passeggiata, parlano di una festa alla quale nessuno dei due ha partecipato; e nello sviluppo della storia la conversazione si arricchisce con i ricordi di personaggi secondari che ripetono conversazioni ascoltate. La ocasión - romanzo con il quale S. si è guadagnato il premio spagnolo Nadal e il premio Nantes per il miglior romanzo straniero del 1988 tradotto in francese −è una sintesi perfetta del problema centrale che ogni scrittore deve affrontare: il rapporto tra fabula e narratività. A questo problema La ocasión risponde con un sistema letterario in cui l'autore, insieme ai materiali propri della narrativa contemporanea (da Joyce a Proust, da Borges a Cortázar, dallo strutturalismo al nouveau roman), recupera molti elementi del realismo senza però riprodurre i meccanismi di verosimiglianza su cui si fonda il romanzo ottocentesco. Con uno stile che s'impone per un ossessivo ritmo cadenzato, muovendo da situazioni scarne ed essenziali, S. costruisce personaggi inquietanti che agiscono in una dimensione spaziale mitica − la pampa argentina − che, nell'elaborazione narrativa, mantiene il senso tragico proprio del tempo reale. Il suo ultimo romanzo, Lo imborrable, è del 1993.
S. ha pubblicato anche una raccolta di poesie (El arte de narrar: poemas 1960-1975, 1977), un'interessante silloge di interventi critici (Una literatura sin atributos, 1986) e una suggestiva, personalissima visione dei territori argentino e uruguayano che si affacciano sul Río de la Plata (El río sin orillas: tratado imaginario, 1991).
Bibl.: Juan José Saer por Juan José Saer, a cura di J. Lafforgue, Buenos Aires 1986 (con bibliografia); G.R. Montaldo, Juan José Saer, Parigi 1986; M.L. Bastos, Eficacias del verosimil no realista: dos novelas recientes de Juan José Saer, in Torre, 13 (1990), 4, pp. 1-20; J. Corbatta, En la zona: german de la praxis poética de Juan José Saer, in Revista Iberoamericana, 155-56 (1991), pp. 557-67.