SEPULVEDA, Juan Gines
Nato a Mariano presso Pozoblanco (Cordova) nel 1490, morto ivi nel 1573. Fu in Italia, nel collegio Albornoz di Bologna, dove ebbe a maestro il Pomponazzi; poi a Roma, presso Alberto Pio principe di Carpi, e a Napoli presso il card. Gaetani. Nel 1536 venne da Carlo V nominato suo storiografo, e scrisse pertanto De rebus gestis Caroli V, di cui si può considerare una continuazione il De rebus gestis Philippi II.
Scrisse inoltre: Democrates secundus seu de Justis belli causis, dialogo nel quale sostenne contro Las Casas il diritto degli Spagnoli di assoggettare gl'Indiani, sollevando molte discussioni; Vita del cardinale Egidio Albornoz (1ª ediz., Roma 1521); Apologia; la traduzione dal greco della Politica di Aristotele; un rimaneggiamento in latino dell'opera di Oviedo De rebus Hispanorum gestis; De fato et libero arbitrio, ecc. L'accademia spagnola di storia pubblicò nel 1780 un'edizione delle opere di S., in quattro tomi; Menéndez y Pelayo nel 1892 fece stampare il dialogo famoso, in latino e in castigliano: Diálogo sobre las justas causas de la guerra (in Boletín de la Real Academia de historia, XXI, Madrid 1892).
S. fu giudicato da Erasmo il più illustre scrittore del suo tempo, fu chiamato anche il Tito Livio spagnolo. In realtà egli è un corretto scrittore in latino, e i suoi scritti hanno buoni pregi di forma; fu inoltre fervente cattolico e buon patriota, né va confuso con la pleiade dei cortigiani. Ma come storico è assolutamente debole, e privo di critica.
Bibl.: L. Ranke, Zur Kritik neuerer Geschichtsschreiber, 2ª ed., Lipsia 1874, p. 107 segg.; A. Morel-Fatio, Historiographie de Charles-Quint, I, Parigi 1913, p. 42 segg.; E. Fueter, Geschichte der neueren Historiographie, 2ª ed., Monaco-Berlino, 1925.