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ESCOIQUIZ, Juan

di José A. de Luna - Enciclopedia Italiana (1932)
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ESCOIQUIZ, Juan

José A. de Luna

Uomo politico, nato in Navarra nel 1762. Fu prima paggio di Carlo III, poi ecclesiastico, e fu nominato canonico di Saragozza. Fu scelto dal Godoy come precettore del principe delle Asturie. Era ambizioso, astuto e poco scrupoloso. Alla caduta del Godoy nel 1798, il principe Ferdinando chiese a suo padre il permesso di assistere ai consigli reali; Carlo IV comprese da chi era ispirata questa domanda e mandò l'E. in esilio a Toledo, nominandolo arcidiacono di Alcaraz. Tornato poi a Madrid, in seguito agli avvenimenti dell'Escoriale, fu rinchiuso nel convento di Tardón. Messo in libertà, preparò la rivolta di Aranjuez del 19 marzo 1808, e fu nominato consigliere di stato dal nuovo re Ferdinando VII, al quale egli consigliò il viaggio di Bayona e che accompagnò nell'esilio di Valencey. Però, avendo cospirato a Parigi in favore della coalizione europea contro la Francia, fu esiliato a Bourges. Tornato in Spagna, Ferdinando VII lo nominò ministro di Grazia e di Giustizia; ma, poco dopo, egli cadde in disgrazia, si ritirò a Saragozza e fu poi rinchiuso in una fortezza della Murcia. Avendo riacquistato la fiducia del monarca, rivestì per pochi giorni altre cariche e, destituito nuovamente, andò esiliato a Ronda, dove morì nel 1820. Scrisse alcune opere di scarso valore letterario, benché di qualche interesse storico.

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