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Mena, Juan de

di Joaquín Arce - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Mena, Juan de

Joaquín Arce

Poeta spagnolo (Cordova 1411 - Torrelaguna 1456), il più grande innovatore della lingua poetica quattrocentesca. Le sue relazioni con l'opera di D. sono state giudicate in misura molto diversa e così si è passati dall'esagerazione della critica ottocentesca a una più equanime impostazione del problema. Molti critici, ossessionati dal carattere allegorico del Laberinto de Fortuna (1444), tendevano a identificarlo con il poema dantesco; in realtà, proprio perché M. raggiunge una personale creazione linguistico-stilistica, il Laberinto resta lontano da una pedissequa imitazione di D., anche perché la diretta conoscenza che M. ha della cultura latina e medievale non permette d'individuare facilmente l'influenza immediata del Fiorentino, così evidente invece in altri quattrocenteschi.

Nelle liriche d'amore, i vaghi e lontani riferimenti (la dissimulazione dell'innamorato, l'impossibilità della dannazione per chi vede il viso dell'amata, il colore di " perla clara " della donna) sono piuttosto da connettere con l'atmosfera generale dello stilnovismo che con la stessa Vita Nuova, la cui conoscenza nel Medioevo spagnolo è ancora discussa. Tra queste opere poetiche minori spicca La Coronación, in onore di Santillana; ma gli eventuali riecheggiamenti danteschi non sono tanto metaforici e lessicali quanto elementi scenografici consueti nel genere di ‛ visioni ': così, dalla " selva muy brava " con un profondo fiume dove giacciono famosi tormentati, si passa a una dilettevole foresta allietata da una chiara fontana, che è la felice dimora di altri illustri personaggi. E perciò, nell'erudito commento in prosa, M. considera il suo poemetto appartenente al genere ‛ comico ', sulle orme di Benvenuto che suggerisce questa significativa distinzione.

Nella confluenza delle fonti letterarie del Laberinto de Fortuna, non si può negare la parte rappresentata dalla visione dantesca del mondo. Ma è altrettanto indiscutibile che sono assai limitati gli elementi specifici di retorica e di stile così come gli episodi o le situazioni affini che vi si possono rintracciare. Tra quelli più convincenti risultano i seguenti: la guida, che qui è la Provvidenza, nel presentarsi preceduta da una nuvola e coperta di fiori (strofe 20) può rievocare l'apparizione di Beatrice nel Purgatorio; inoltre quando il poeta tenta di abbracciarla, tocca con le sue mani le proprie spalle (strofe 294-295), come accade a D. con Casella; e potrebbe anche trarre spunto dalla Commedia la visione della terra dall'alto (strofe 32 ss.). Oltre all'adozione di un elemento della struttura narrativa della Commedia, quale la descrizione (strofe 27) della porta del palazzo con sopra un'iscrizione, si dovrà tener conto di qualche sentenza, come quella che per essere amati basti amare prima (strofe 112) e soprattutto del significativo paragone del bambino che si volge verso la mamma (strofe 4); e non dovrebbero essere trascurati certi sintagmi propri del tecnicismo filosofico.

Innegabile dunque la conoscenza e persino l'ammirazione verso D. da parte di M., il quale, pur non solendo citare le sue fonti, lo nomina in due liriche e lo cita ancor più nel suddetto commento a La Coronación. Ma non si può asserire che nel suo sistema espressivo e compositivo ci sia, come in altri poeti castigliani quattrocenteschi, il riflesso immediato della creazione dantesca.

Bibl. - R. Post, The sources of I. de M., in " Romanic Review " III (1912) 223 ss.; I. Macdonald, The Coronaçion of J. de M.: Poem and Commentary, in " Hispanie Review " VII (1939) 125 ss.; M. Menéndez y Pelayo, Antología de poetas líricos, ediz. nazionale, II 139-193; A. Farinelli, D. in Spagna, Francia, Inghilterra, Germania, Torino 1922, 124-136; W.P. Friederich, Dante's Fame abroad 1350-1850, Roma 1950, 35-41; M. Rosa Lida, J, de M., poeta del prerenacimiento español, Città del Messico 1950; F. Street, The allegory of Fortune and Imitation of D. in Laberinto and Coronaçion of J. de M., in " Hispanic Review " XXIII (1955) 1-11; J. Gimeno Casalduero, Notar sobre El Laberinto de Fortuna, in " Modern Language Notes " LXXIX (1964) 125-139.

Vedi anche
Enrique de Villena Villena ‹bil'éna›, Enrique de (propr. Enrique de Aragón marqués de Villena). - Scrittore spagnolo (n. 1384 - m. Madrid 1434); discendente dalla famiglia reale d'Aragona per parte di padre e da quella di Castiglia per parte di madre. Curioso di ogni scienza, fu, secondo una leggenda che si mantenne tenace ... Vicente, Gil Vicente ‹visẽ´ntë›, Gil. - Drammaturgo portoghese (n. forse Lisbona 1465 circa - m. forse Évora 1540). Fu poeta intenso di spiritualità religiosa e dotato di grande forza realistica, sovente idealista e intimo, più spesso aspro e vigoroso, talora ricco di comicità e di spirito grottesco. Tra le sue opere, ... Iñigo López de Mendoza López de Mendoza ‹... dℎe -ótℎa›, Iñigo. - Scrittore spagnolo (Carrión de los Condes, Palencia, 1398 - Guadalajara 1458). Dopo una intensa partecipazione alla vita politica, sia in ambito civile sia in ambito militare, si dedicò attivamente alla letteratura. A lui si deve il primo saggio di carattere ... Góngora y Argote, Luis de Góngora y Argote ‹çò- ... argħóte›, Luis de. - Poeta spagnolo (Cordova 1561 - ivi 1627). Prese gli ordini sacri verso i ventiquattro anni, ma fu ordinato sacerdote solamente dopo la cinquantina. Le sue Obras en verso furono pubblicate la prima volta nel 1627. Scrisse oltre a un Panegírico al duque de ...
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  • CITTÀ DEL MESSICO
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Altri risultati per Mena, Juan de
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    Poeta spagnolo (Cordova 1411 - Torrelaguna, Madrid, 1456). Nella giovinezza visse qualche tempo a Roma; fu epistolografo e cronista del re Giovanni II. Nel 1444 dedicava al re un poema, il Laberinto de Fortuna, detto anche Las trescientas, dal numero delle strofe (297 ottave di "arte mayor", più tre ...
  • MENA, Juan de
    Enciclopedia Italiana (1934)
    Salvatore Battaglia Poeta spagnolo, nato a Cordova nel 1411, morto a Terralaguna nel 1456. Rimasto orfano e senza mezzi, intraprese gli studî un po' tardi; fu a Salamanca e poi di nuovo a Cordova; a Roma, forse per la munificenza di qualche prelato, poté meglio educarsi alla cultura umanistica e alla ...
Vocabolario
ména
mena ména s. f. [der. di menare]. – 1. Maneggio, azione poco onesta, intrigo ai danni di qualcuno; usato per lo più al plur.: m. occulte, segrete; sventare le m. degli avversarî. 2. ant. a. Affare, negozio, faccenda: sarebbe lunga m. a...
de
de 〈dé〉 prep. [lat. de]. – Forma che assume la prep. di quando è seguita dall’articolo, sia che si fonda con questo (del, dello, della, ecc.), sia che si scriva divisa (de ’l, de lo, de la, ecc.) come talvolta nell’uso letter. (è comune,...
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