Scrittore argentino (Buenos Aires 1794 - Montevideo 1839). Fu uno dei membri più attivi del partito "unitario", poeta ufficiale durante il ministero e la successiva presidenza di B. Rivadavia (1820-27), fondatore di varî periodici; dopo la caduta di Rivadavia e la successiva sconfitta degli "unitarî" (1829), V. visse in esilio a Montevideo, esercitando un magistero politico e letterario tra gli emigrati argentini durante la dittatura di J. M. de Rosas. Cantò in versi neoclassici le battaglie per l'indipendenza e la lotta contro la tirannia, in forme di poesia oratoria e spesso accademica: tutta politica è l'ispirazione delle odi di V. sulle guerre contro la Spagna (La batalla de Maipo, 1818; La muerte de Belgrano, 1820; La libertad de Lima), e, più tardi, del più celebre Canto a Ituzaingo (1827), inneggiante alla vittoria argentina contro il Brasile. Buon conoscitore della letteratura latina (e traduttore di frammenti dell'Eneide) e di quelle francese e italiana contemporanee, V. ha lasciato due tragedie: Dido (1823), di tono elegiaco, e Argia (1824), d'ispirazione alfieriana.