Scrittore e uomo politico spagnolo (Gijón 1744 - Puerto de Vega 1811). Fondatore dell'Istituto asturiano per l'insegnamento delle scienze (1794), propugnò un rinnovamento nella vita culturale ed economica della Spagna, da lui studiata in una serie di brillanti saggi tecnici. Fu scrittore molto versatile: poeta, saggista, drammaturgo, economista e storico, l'Informe en el expediente de la ley agraria (1795) va annoverata tra le sue opere più incisive.
Dopo un confino a Gijón, dove si dedicò alla fondazione dell'Istituto asturiano per l'insegnamento delle scienze (1794), fu nominato ministro di Grazia e Giustizia (1797-98). Relegato a Maiorca (1801-08) per un suo scritto, Informe acerca del tribunal de la Inquisición, si dedicò a studî storici sul Medioevo. Nuove persecuzioni gli vennero dai Francesi invasori, che in un primo momento gli avevano offerto la nomina a ministro.
La sua produzione in versi comprende letrillas, romances, satire (A Ernesto), epistole (Fabio a Anfriso, Epístola a sus amigos de Salamanca, Epístola a sus amigos de Sevilla) e liriche (Entretenimientos juveniles, Canto guerrero para los asturianos, ecc.). Tra le opere in prosa, che costituiscono la parte migliore della sua attività di scrittore per l'incisiva eleganza dello stile, sono da ricordare l'Informe en el expediente de la ley agraria (1795), che resta l'esempio migliore della prosa didattica spagnola del sec. 18º; Elogio de las Bellas Artes (1782), Elogio de Carlos III (1789), e il Diario (pubbl. 1911). Per il teatro scrisse una commedia lacrimosa, El delincuente honrado (1774), in prosa, e la tragedia in versi Munuza (1792), che ebbe poi il titolo di Pelayo (1815).