JOVANOVIĆ ZMAJ, Jovan
Poeta serbo. Nacque nel 1833 a Novi Sad, fece gli studî secondarî in scuole ungheresi e studiò giurisprudenza a Budapest, Praga e Vienna. Più che trentenne passò allo studio della medicina, ed esercitò, poi, la professione di medico, pur continuando a dedicare buona parte della sua vita operosa alla letteratura: non soltanto come poeta, ma anche come editore di riviste, di cui alcune di carattere politico-satirico (Zmaj "Il drago", donde l'epiteto di Zmaj al suo cognome) e altre destinate all'infanzia e alla gioventù. Visse parte all'estero e parte in diverse città croate e serbe; morì nel 1904 a Kamenica nella Sirmia.
J. è di tutti i poeti serbi il più fecondo, il più versatile e il più popolare. Interprete fedele del Romanticismo, scrisse poesie d'amore (Gjulići Rose], 1864; Gjulići uveoci [Rose appassite], 1883); versi patriottici (Devesilje [Ferula], 1900) e satirici; poesie di carattere esotico e nazionale. Tradusse inoltre moltissimo dall'ungherese, tedesco, russo, romeno, ecc. Ebbe fantasia vivissima, profondità d'intuizione, ricchezza d'espressione e adattò via via rime e ritmi a temi svariatissimi.
Raccolse le sue poesie in Pevanija (Canzoniere, 1882) e Druga pevanija (Secondo canzoniere, 1895).
Bibl.: J. Skerlić, Istorija nove srpske književnosti (Storia della letteratura serba moderna), Belgrado 1914.