STRITAR, Josip
Poeta, romanziere e critico sloveno, nato a Podsmreka in Carniola il 6 marzo 1836, morto a Rogaška Slatina il 25 novembre 1923. Studiò filologia classica a Vienna e fu precettore presso ricche famiglie viennesi. Viaggiò in Germania, Svizzera, Francia e Italia. Trascorse il resto della sua vita come professore di scuole medie a Vienna e tornò in patria nel 1923.
Dopo i primi tentativi poetici approfondì i suoi studî delle principali letterature europee e si formò una elevata concezione della vita. Il suo idealismo è pervaso dal pessimismo dello Schopenhauer. I suoi scritti mostrano reminiscenze classiche e romantiche. Spesso fraternizzò col nascente realismo di F. Levstik e di J. Jurcič. Ristabilì nel 1866 la meritata fama del Prešeren. Rivendicò nella sua rivista Zvon (La campana, 1870 e 1876-1880) la libertà della poesia e quella del pensiero. Fu per un decennio arbitro indiscusso, educando una generazione nuova che culminò in S. Gregorčič. Con Pesmi (Poesie, 1869) acquistò larga fama. Eccelse nella lirica e nella satira (Dunajski soneti, Sonetti viennesi, 1872), scrisse poesie epiche di grande efficacia e qualche scena drammatica. Col romanzo Zorin (1870) perfezionò la prosa slovena e ne allargò l'orizzonte. L'ideale dello St. è impersonato nel romanzo Gospod Mirodolski (Il Signor di M., 1876; traduzione italiana di I. Trinko). Romantica è la novella Rosana (1877). L'opera più equilibrata e più matura è il romanzo Sodnikovi (1878). Scrisse alcuni pregevoli libri per i giovani.
Edizioni: Zbrani spisi (Opere complete), Lubiana 1887-1899; Stritarjeva antologija (Antologia delle poesie dello St.), a cura di I. Prijatelj, Lubiana 1919.
Bibl.: I. Prijatelj, in Stritarjeva antologija, cit.; I. Grafenauer, St. J., in narodna encicklopedija srpsko-hrvatsko-slkovenačka, Zagabria 1929.