JURČIČ, Josip
Romanziere e novelliere sloveno, nato a Muljava presso Krka il 4 marzo 1844 da una famiglia di piccoli contadini, morto a Lubiana il 3 maggio 1881. Frequentò il ginnasio a Lubiana e studiò filologia classica e slava a Vienna. Visse da giomalista e scrittore a Marburgo e a Lubiana.
Scrisse una quarantina di racconti e novelle, una decina di romanzi e due tragedie. Dopo i primi tentativi: Spomini na deda (I ricordi del nonno, 1863), Jurij Kozjak slovenski janicar (Giorgio Kozjak giannizzero sloveno, 1864), raggiunse grande celebrità e popolarità col romanzo Deseti brat (Il decimo fratello, 1865) che rispecchia, malgrado qualche imitazione dello Scott, con molta fedeltà e originalità la vita del popolo. L'arte dello J. acquista maggior perfezione in Sosedov sin (Il figlio del vicino, 1868). Da un motivo della poesia popolare nacque il romanzo dell'anima assetata Lepa Vida (La bella Vida, 1877). Scrisse inoltre due tragedie storiche, Tugomer (1876) e Veronika Deseniška (Veronica di Desenice, 1886). Ancora giovanissimo lo J. si propose di realizzare il programma fissato da F. Levstik: studiare il popolo, attingere nel popolo, creare per il popolo. Aborrendo dalle sdolcinature del romanticismo egli si servì di uno stile sobrio e schietto, spesso umoristico, talvolta ironico, mai beffardo, che gli valse la fama del più popolare romanziere sloveno. Il suo ambiente prediletto è la vita rurale e la piccola borghesia.
Ediz.: Opere complete a cura di I. Grafenauer (Lubiana 1917-1923) e I. Prijatelj (Lubiana 1919 segg.).
Bibl.: I. Grafenauer, in Slovenski bijografski leksikon, Lubiana 1928.