JOSIKA, Miklós (Niccolò), barone
Romanziere ungherese, nato a Torda il 28 aprile 1794, morto a Dresda il 27 febbraio 1865, Giovanissimo entrò nell'esercito austro-ungarico e prese parte alle ultime guerre contro Napoleone. Lasciata la carriera militare, si unì in un matrimonio infelice con Elisabetta Kállay. Nell'epoca del risorgimento ungherese ebbe parte attiva nella vita politica della Transilvania e dopo l'insuccesso della lotta del 1848-1849 si rifugiò con la seconda moglie, la baronessa Giulia Podmaniczky, prima a Lipsia, poi a Bruxelles, dove diresse l'ufficio centrale degli emigrati ungheresi.
J. è notevole soprattutto per i romanzi storici, fra i quali eccelle Abafi (1836); inoltre: Az utolsó Báthory (L'ultimo dei B., 1837), e A csehek Magyarországon (I Boemi nell'Ungheria, 1839); Zrinyi a költö (Z. il poeta), Eszther, A nagyszebeni királybiró (Il giudice regio di N.), A hat Uderszky lány (Le sei ragazze U.). Fra i suoi romanzi di soggetto contemporaneo, influenzati dai romantici francesi, meritano menzione A könnyelmüek (I leggieri, 1837), Az élet utjai (Le vie della vita), Egy magyar család a forradalom alatt (Una famiglia magiara durante la rivoluzione, 1861-62). J. è maestro della descrizione minuziosa dei particolari, rammentando in questo il suo maestro Walter Scott, che influì specialmente sui suoi primi romanzi; la sua fantasia è viva, ma spesso non sa creare personaggi corrispondenti alla vita sociale storica, né approfondirne la psicologia.
Bibl.: L. Szaák, Báró J. M. élete és munkái (Vita e opere del barone M. J.), Budapest 1915; L. Dézsi, J. M., Budapest 1916; E. Csaszár, A magyar regény története (Storia del romanzo ungherese), Budapest 1922.