WIRTH, Joseph
Uomo politico tedesco, nato il 6 settembre 1879 a Friburgo nel Baden. Nel 1908 vi divenne professore di matematica al ginnasio. Entrato nel partito cattolico del centro, nel 1912 era consigliere comunale di Friburgo, nel 1913 deputato alla Camera del Baden, nel 1914 deputato al Reichstag. Amico di Erzberger, fece parte dell'ala sinistra del partito, che alla caduta dell'impero si dichiarò disposta a collaborare con la socialdemocrazia sotto le insegne della repubblica. Dal novembre del 1918 al marzo del 1920 fu ministro delle Finanze nel governo provvisorio del Baden. Fece parte pure dell'Assemblea nazionale di Weimar. Deputato al Reichstag, entrò come ministro delle Finanze nel gabinetto del socialista H. Müller (27 marzo 1920) e nel successivo gabinetto Fehrenbach (27 giugno 1920). Il 10 maggio 1921 era cancelliere alla testa d'un gabinetto di sinistra, che accettando l'ultimatum di Londra del 5 maggio relativo alle riparazioni inaugurò la cosiddetta politica d'adempimento. Arduo fu il conflitto che dovette sostenere col governo reazionario di Baviera e che si chiuse con le dimissioni di G. von Kahr. Allorché nell'ottobre del '21 la Società delle nazioni deliberò la spartizione dell'Alta Slesia, si dimise in segno di protesta, ma il 26 ottobre ricostituì il gabinetto assumendovi anche il portafoglio degli Esteri, che il 31 gennaio seguente affidò a Rathenau. Nel maggio del'22 era alla conferenza di Genova dove firmò con Rathenau il trattato di Rapallo con i Russi. Dopo l'assassinio di Rathenau, nel giugno, fece approvare le leggi per la protezione della repubblica. Cadute le prime facili illusioni sui vantaggi della politica d'adempimento e fattosi sentire il peso delle riparazioni, i gruppi industriali riuscirono ad abbattere il gabinetto di W. (14 novembre 1922), al quale si sostituì quel governo Cuno, che condusse la Germania all'avventura della Ruhr e all'inflazione.
Negli anni successivi, il W. fu a capo di un'opposizione di sinistra entro il proprio partito. Disapprovò il distacco del Centro dalla socialdemocrazia e l'appoggio ai governi di concentrazione borghese. Nell'agosto del 1925, proclamandosi rappresentante d'un "Centro sociale e repubblicano", dichiarò di uscire dal partito. Nel 1926 fondò un organo di difesa repubblicana, la Deutsche Republik. Rientrò tuttavia nel partito, ma nel 1927 l'alleanza del Centro con i tedesco-nazionali riaprì il dissidio: egli attaccò con violenza il cancelliere Marx e votò contro il governo. Fu rieletto tuttavia nel maggio del 1928 nella lista del Centro e il 12 aprile 1929 rappresentò il suo partito nel gabinetto di coalizione di sinistra presieduto da H. Müller. Vi coprì la carica di ministro dei territorî occupati e in tale qualità partecipò alle due conferenze de L'Aia. Nel primo gabinetto Brüning (30 marzo 1930-7 ottobre 1931) assunse il Ministero degl'interni cercando di tener testa ai nazionalsocialisti con una serie di misure che furono però frustrate dai governi regionali e sconfessate alla fine dal gabinetto stesso. Escluso dal secondo gabinetto Brüning, fu escluso dalla lotta politica dal trionfo del nazionalsocialismo.
I suoi discorsi di cancelliere sono stati raccolti in volume (Reden während der Kanzlerschaft, Berlino 1925); altri suoi discorsi e scritti in: Unsere politische Linie im deutschen Volksstaat, Berlino 1924.