WEINHEBER, Joseph
Poeta austriaco, nato a Ottakring (Vienna) il 9 marzo 1892. Dopo aver trascorso molti anni a Vienna, impiegato alle poste, vive dal 1932 a Reichstetten nel Wiener Wald. E legato a Vienna il W. è anche in parte della sua opera: nel romanzo autobiografico Das Waisenhaus (1924) e, specialmente, nell'estrosa e colorita, sapida e melodiosa lirica dialettale di Wien wörtlich (1935). Ma la sua Vienna non è più la città imperiale dalla dolce vita: è una Vienna che ha veduto il naufragio sociale e politico e la miseria e il disordine del dopoguerra. E dall'esperienza di passione, che il poeta condivise col suo popolo, è nata anche contemporaneamente un'altra lirica, di ispirazione severa e di alto tono, nella quale il Weinheber compare come il vate dell'anima tedesca protesa verso il ritrovamento di sé medesima (Adel und Untergang, 1934; Späte Krone, 1936; e cfr. anche Das leidenschaftliche Herz, 1936, in cui sono comprese anche singole liriche delle raccolte precedenti: Der einsame Mensch, 1920; Von beiden Ufern, 1923; Boot in der Bucht, 1926). Inni, odi, canzoni, terzine, cicli di sonetti - fra cui due, in Späte Krone, ispirati a sonetti di Michelangelo - canti nel modo della poesia popolare, Lieder: tutte le strutture metriche tradizionali della lirica classica e della lirica tedesca vengono riprese ad espressione di una vita che, liberandosi dal peso del generale sfacelo, supera il proprio tormento e ritrova, insieme con la purità delle sue forme, anche la fermezza interna delle sue leggi. Non mancano sbandamenti ora verso un ostentato virtuosismo formale ora verso un opposto, ancora opaco naturalismo; ma, quando l'ispirazione non si svia in essi, il W. giunge veramente a una "sua" poesia che ha qualità di volo e di canto. E forse anche per questo nelle ultime composizioni il tono si fa talvolta così calmo e placato. Nell'ultima opera - il ciclo di commenti lirici alle stagioni e ai mesi dell'anno: O Mensch, gib Acht (1937) - il W. s'accomuna con popolana semplicità di accenti al suo popolo anche nella durezza della quotidiana esistenza e ne rivive in sé medesimo, con intimo agio, nel rinnovarsi sempre uguale dei tempi, la sostanza umana, elementare ed eterna.
Bibl.: J. Weinheber, Persönlichkeit und Schaffen, a cura di A. Luser, Monaco 1934.