Scrittore svizzero-tedesco (Nennowitz, Moravia, 1842 - Berna 1911). Autore di saggi brevi dedicati ai suoi viaggi, W. scrisse inoltre drammi e opere di prosa e di poesia.
Figlio di genitori viennesi rifugiatisi presso Basilea, visse stabilmente a Berna, prima (1866-80) come direttore d'una scuola media femminile, poi, dal 1880 alla morte, come redattore letterario del quotidiano Der Bund. A tale titolo esercitò una notevole influenza critica anche al di fuori dei confini svizzeri, divenendo amico specie di C. Spitteler ma anche di G. Keller, J. Brahms (cui dedicò il libro Johannes Brahms in Erinnerungen, 1898), J. Burckhardt, e riconoscendo fra i primi il valore di Nietzsche, Schnitzler, Altenberg, Richarda Huch. Maestro nella saggistica breve, raccolse più tardi in volume molte delle impressioni di viaggio avute specie in Italia (Späziergänge in den Alpen, 1885; Jenseits des Gotthard, 1888; Sizilien und andere Gegende Italiens, 1897; Calabrien, Apulien und Streifereien an den oberitalienischen Seen, 1904; Du schöne Welt, 1907). Per il resto, fu autore di drammi di buona fattura: fra gli altri, Iphigenie in Delphi (1865); Arnold von Brescia (1867); Oenone (1880); Lysanders Mädchen (1901); Die Muse des Aretin (1902). Troppo manierati, e al limite dell'irrappresentabilità, i suoi lavori di più chiaro impegno ideologico nel senso d'una visione teologico-pessimistica del mondo: Maikäferkomödie (1897) e Der Heilige und die Tiere (1905). Scrisse anche novelle, libretti per musica, poemi in versi, fra cui un Buddha (1869) e un Wunderbrunnen von Is (1872) firmato con lo pseudonimo di Messer Lodovico Ariosto Helvetico.