McCARTHY, Joseph Raymond
Uomo politico nordamericano, nato a Grand Chute, Wis., il 14 novembre 1909 e morto a Bethesda, presso Washington, il 2 maggio 1957. Repubblicano, eletto senatore federale nel 1946, per tre anni non svolse alcuna attività notevole, finché il 9 febbraio 1950 in un discorso a Wheeling (W. V.) dichiarò d'essere in possesso d'una lista di funzionarî del Dipartimento di Stato membri del partito comunista, della quale il governo stesso sarebbe stato a conoscenza. Dette così inizio ad una aspra e sfrenata campagna politica imperniata sulla costante denuncia di "tradimenti" e sull'accusa indiscriminata di filocomunismo, formulata in un'atmosfera di sospetto ed intrigo; campagna che, nella psicosi della guerra fredda, risultava abbastanza efficace. Essa toccò tutte le sfere della vita americana, gettando ovunque il discredito, non risparmiando personalità rispettate come il gen. G. Marshall (accusato di cospirare per indebolire gli S.U.A. di fronte all'URSS), J. B. Conant, Ch. Bohlen, H. Stassen, ecc.: in particolare, oggetto di attacchi continui ed infamanti erano il presidente Truman ed il segretario di stato D. Acheson (le amministrazioni Roosevelt e Truman furono definite dal McCarthy "20 anni di tradimento". Vigoreggiò così in America il "maccartismo" (McCarthysm), un atteggiamento politico e morale di anticomunismo reazionario e intollerante verso qualsiasi forma di spirito liberale, qualificato come debolezza cripto-comunista e slealtà verso la patria americana in favore delle mire dell'URSS. Nonostante le fortissime opposizioni incontrate, il McCarthy fu eletto nel gennaio 1953 presidente del sottocomitato senatoriale d'investigazione e come tale divenne il più temuto uomo politico di Washington. Tuttavia la debolezza della sua azione stava nel non fornire mai le prove delle accuse; sì che più volte maturò il sospetto che queste fossero fantastiche, come poi risultò effettivamente da numerose inchieste cui il McCarthy stesso fu sottoposto, nelle quali apparve anche il suo non totale disinteresse personale nelle campagne che conduceva.
L'ultima commissione d'inchiesta senatoriale si concluse nel dicembre 1954 con un voto di censura; poco prima il presidente Eisenhower (anch'egli duramente attaccato dal McCarthy) aveva in modo aperto deplorato i metodi maccartisti. Finì in tal modo l'influenza politica del maccartismo, che aveva però lasciato tracce notevoli nella vita americana. Ammalatosi gravemente, il McCarthy, benché fosse stato rieletto senatore, prese dal 1954 parte assai scarsa alla vita politica.