RANK, Joseph
Scrittore austriaco, nato il 10 giugno 1816 a Friedrichstal nella Selva Boema, morto a Hietzing (Vienna) il 27 marzo 1896. Figlio d'un agricoltore, studiò filosofia e giurisprudenza a Vienna, dove ottenne i primi successi letterarî collaborando all'Österreichisches Morgenblatt di L. A. Frankl. Larga fama gli diede nel 1842 la raccolta di racconti villerecci, pubblicata sotto gli auspici di Franz Dingelstedt, Aus dem Böhmerwalde. Bilder und Erzählungen aus dem Volksleben. Una nuova serie ne pubblicò nel 1847 (Neue Erzählungen aus dem Böhmerwalde) e tutti li raccolse nel 1851 in un'edizione completa (voll. 3). Venuto in conflitto con la censura, aveva lasciato Vienna per Strasburgo, Praga, Dresda e Lipsia, dove conobbe e strinse relazioni con scrittori di grido, fra cui L. Kompert e B. Auerbach. Gli avvenimenti del 1848 lo richiamarono a Vienna, ad assumere la redazione del Volksfreund. I suoi compaesani lo mandarono deputato al parlamento di Francoforte, dove militò nella sinistra moderata e conobbe L. Uhland; più tardi, a Stoccarda, venne a contatto con altri poeti della scuola sveva.
Dopo aver peregrinato come giornalista per varie città, ritornò nel 1860 a Vienna, e fu, tra l'altro, segretario di direzione del teatro di corte, poi segretario generale del teatro civico sotto H. Laube; infine condirettore (1882-1885), con L. Anzengruber, della rivista Die Heimat. Si ritirò quindi a vita privata.
Tutte le opere del R. hanno per sfondo il suo paese, come molte novelle del suo conterraneo ed estimatore A. Stifter. Ma questi ritrae gli uomini idealmente e fa le sue più mirabili prove di artista originale descrivendo delicatamente la vita della natura; invece il R. rappresenta con potente realismo uomini di carne ed ossa, in intima unione col suo paese. Similmente i racconti di B. Auerbach (v.), tanto più noti in Italia, si fondano quasi sempre su un'idea e si potrebbero svolgere indifferentemente dovunque vivano uomini semplici e ingenui; non così quelli del R., in cui parlano e agiscono, coi loro usi, costumi, canti, leggende e modi di pensare caratteristici, contadini quali si possono trovare soltanto in Boemia. Accresce verità naturalezza l'uso del dialetto, che il R. maneggia da maestro. Se non che la narrazione riesce talvolta diffusa e prolissa, perché l'autore, volendo illuminare sotto tutti gli aspetti il carattere dei personaggi, s'indugia a ritrarre anche i particolari più minuti della loro vita.
Le opere sue meglio riuscite sono i racconti minori, in cui vive una folla di tipi popolari originali. Das Hofer-Käthchen riunisce tutti i pregi della sua arte e ha avuto grande fortuna. Dei romanzi il più notevole è Achtspännig (1857), che narra la vita di un carrettiere del tempo in cui si cominciarono a costruire le strade ferrate. Anche l'incompiuta autobiografia Erinnerungen aus meinem Leben (1896), pubblicata subito dopo la morte dell'autore, merita speciale menzione.
Ediz.: Ausgevählte Werke, voll. 11, Glogau 1859-60; Aus dem Böhmer-walde und volkskundl. Beiträge aus den übrigen Werken, ed. da K. Wagner (Beiträge zur deutschböhmischen Volkskunde, voll. 13), 1917; J. Rank, Erinnerungen aus meinem Leben, Vienna 1896.
Bibl.: A. Schlossar, in Allgemeine deutsche Biographie, LIII (1907); K. Pröll, J. R., Praga 1892; A Grassl, R. als Heimatdichter (Die ostbayrischen Grenzmarken), XIII (1925).