Priestley, Joseph
Chimico, filosofo, teologo inglese (Fieldhead, Birstall, Inghilterra, 1733 - Northumberland, Pennsylvania, 1804).
Compì gli studi in parte come autodidatta, in parte (dal 1752) nella Dissenting Academy, fondata da Ph. Doddridge, a Daventry, divenendo ministro della Chiesa presbiteriana, dalla quale successivamente si allontanò per aderire all’unitarismo. Sebbene il suo nome sia soprattutto legato alla storia della scienza, tuttavia i suoi interessi abbracciano molti e svariati campi: l’educazione e la linguistica in primo luogo (The rudiments of english grammar, 1761; A course of lectures on theory of language, 1762; Essay on a course of liberal education for civil and active life, 1765; Miscellaneous observations relating to education, 1778), in cui emerge una visione ‘utilitaristica’ che trova conferma anche in lavori più propriamente storici come Essay on the first principles of government (1768), opera, quest’ultima, verso la quale il teorico dell’utilitarismo ottocentesco Bentham dichiarerà il proprio debito. In filosofia, entrò in polemica con Reid, James Oswald e James Beattie, in difesa del primato della ragione e della religione razionale contro il primato del senso comune (1774); convinto sostenitore della psicologia associazionistica di D. Hartley, la spinse a conclusioni nettamente materialistiche (Hartley’s theory of human mind on the principles of the association of ideas, 1775). Del 1766 è l’incontro a Londra con B. Franklin, decisivo nella sua ‘vocazione’ scientifica, e del 1767 e del 1772 sono, rispettivamente, i due scritti che lo faranno conoscere nell’ambiente scientifico, The history and present state of electricity, with original experiments e The history and present state of discoveries relating to vision, light and colours: raccolta sistematica di esperimenti riguardanti fenomeni elettrici e ottici, eseguiti fino ad allora. Nel 1777 pubblicò Disquisitions relating to matter and spirit, in cui, con finalità teologiche, P. esponeva la sua concezione della materia, fortemente influenzata dal neoplatonismo di Cambridge e dalla particolare elaborazione del newtonianesimo di Ruggero Boscovich, per il quale la materia era costituita di punti geometrici (puncta materiae), considerati centri di forze attrattive e repulsive di tipo newtoniano. Secondo P. (i cui esiti materialistici susciteranno la reazione di Boscovich), la materia, con tutte le sue proprietà sensibili, e nella sue parti costituenti, doveva essere concepita come un sostrato di poteri attivi, i quali, in ultima istanza, erano una manifestazione della onnipresente volontà di Dio.
I risultati delle sue iniziali esperienze sulla chimica e sulla fisica dei gas (allora chiamati arie) furono pubblicati nel 1772 nei rendiconti della Royal Society con il titolo Observations on different kinds of air (trad. it. Osservazioni del dott. Priestley sopra differenti specie d’aria). P. descriveva le sue ricerche sulla cosiddetta aria fissa (anidride carbonica) scoperta da J. Black, sull’aria infiammabile (idrogeno) scoperta da H. Cavendish, su quella che chiamava aria flogistizzata (azoto), e su due nuove «arie» da lui scoperte: l’aria acida (acidocloridrico gassoso) e l’aria nitrosa (ossido nitrico). Scoprì, inoltre, un saggio per misurare la bontà di un campione d’aria comune, che sarà determinante per il successivo processo di isolamento dell’ossigeno (da lui chiamato aria deplogistizzata): P. riuscì a ottenere (1775) l’ossigeno per riscaldamento dell’ossido di mercurio; la stessa esperienza fu ripetuta qualche anno dopo da A.-L. Lavoisier, che la utilizzò nell’ambito del suo attacco alla teoria del flogisto dallo stesso P. sostenuta. Per P. il flogisto era in grado di produrre determinati cambiamenti chimici e fisici della materia: ogni reazione, come la combustione, la calcinazione e la respirazione era infatti descrivibile come un processo di flogistizzazione o di deflogistizzazione dell’aria. Ciò impedì a P. di concepire i gas componenti l’aria (e tutti gli altri gas) come sostanze specifiche e distinte in quanto, per lo scienziato inglese, essi differivano soltanto per la presenza maggiore o minore, e in proporzioni variabili, del flogisto. Le teorie flogistiche di P. sono riportate in Experiments and observations on different kinds of air (1774-79; trad. it. Sperienze ed osservazioni sopra diverse specie di aria), Experiments and observations relating to various branches of natural philosophy (1779-86; trad. it. Sperienze ed osservazioni sopra varj rami della fisica). P. scoprì inoltre che la respirazione delle piante aveva la proprietà di purificare l’aria comune dall’aria fissa, cioè dall’anidride carbonica. Nel 1794, per motivi politici e religiosi, emigrò dall’Inghilterra negli Stati Uniti dove divenne prof. di chimica nell’univ. della Pennsylvania: qui continuò la sua attività scientifica in difesa della chimica flogistica fino al momento della sua morte. Tra le sue opere vanno anche ricordati gli scritti di argomento religioso raccolti in Theological and miscellaneous works (26 voll., 1817-32), nei quali sottopose a critica il dogmatismo ecclesiastico, facendo al tempo stesso l’apologia del cristianesimo contro le filosofie naturalistiche.
Biografia