JOACHIM, Joseph
Violinista, nato il 28 giugno 1831 a Köpcsény presso Presburgo (Bratislava) in Ungheria, morto a Berlino il 15 agosto 1907. Si presentò in pubblico a soli sette anni. Venne allora affidato alle cure di J. Böhm a Vienna, e già nel '43 si rivelò ai musicisti di Lipsia, che lo vollero riudire l'anno stesso al Gewandhaus. Seguitò a perfezionarsi con F. David e intraprese lo studio dell'armonia con M. Hauptmann, dando nel frattempo concerti a Londra, a Dresda e in altri centri. Nel 1850, per l'interessamento di F. Liszt, ebbe il posto di violino solista alla corte di Weimar, donde passò tre anni dopo a Hannover. Stabilitosi infine a Berlino, venne nominato direttore e insegnante della Hochschule, quando questa, alla morte del David, venne da Lipsia trasferita colà.
Merito precipuo del J. è aver divulgato, in un periodo caro al puro virtuosismo, opere che, pur richiedendo dall'esecutore una tecnica completa, non sono state concepite per metterne in luce l'abilità, ma posseggono un prezioso contenuto musicale. Valendosi di uno speciale intuito per penetrare nello stile di ciascun autore, e abbandonandosi al proprio estro, senza mai per altro rinunziare alla quadratura e alla maestosità dell'esecuzione, J. fece rivivere con indicibile fascino le 6 Sonate per violino solo di Bach, la Sonata del Diavolo di Tartini, i concerti di J.S. Bach, W.A. Mozart, L. Spohr, L. v. Beethoven e F. Mendelssohn, e in genere le composizioni raccolte nel vol. III della sua Violinschule (voll. 3, Berlino 1905), scritta con la collaborazione del proprio allievo Andreas Moser. Ma la profondità delle interpretazioni di J. apparve anche maggiore nelle esecuzioni beethoveniane offerte dal quartetto che da lui prese nome, e che per un quarantennio stupì tutta Europa, soprattutto quando ne fecero parte il De Ahna, il Wirth e il Hausmann. Né meno importante traccia J. lasciò come didatta; dalla sua scuola uscirono violinisti come Ettore Pinelli, Leopoldo Auer, Gustavo Holländer, Enrico Petri, Jenö Hubay, Carlo Halĭr, Willy Hess, Tivadar Nachez, Enrico Polo e Willy Burmester.
Anche come autore J. si fece notare con 3 concerti per violino, il secondo dei quali denominato All'ungherese, variazioni, ouvertures e diversi pezzi brevi. Inoltre compose ottime cadenze per i più celebrati concerti, trascrisse pel proprio strumento le danze ungheresi di J. Brahms e insieme con A. Moser curò una revisione comparativa delle Sonate di J.S. Bacn.
Bibl.: A. Moser, J. J. Ein Lebensbild, voll. 2, Berlino 1910; A. Kohut, J. J., Berlino 1891; K. Storck, J. J., Berlino 1902; J. A. Fuller-Maitland, On J. J., 1906; L. Wasservogel, J. Gedenkbüchlein, 1907; T. Tua, G. J.: ricordi e note, Roma 1907; H. J. Moser, J. J., in 96. Neujahrsblatt der Allgemeinen Musikgesellschaft in Zürick, 1908; H. Kretzschmar, J. J., in Archiv für Musikwissenschaft, Bûckeburg e Lipsia 1920, p. 411; Briefe von und an J. J., raccolte e pubblicate da J. J. e da A. Moser, voll. 3, Berlino 1911-1913; J. Conze, Ein Brief Joachims über das ungedruckte Violinkonzert von Robert Schumann, in Allgemeine Musikzeitung, Berlino 1908, p. 113; I. Valetta, I quartetti di Beethoven. Ricordo dei concerti del quartetto J. al palazzo Farnese, Roma 1905; C. Flesch, L'arte del violino, traduzione italiana di A. Curci, Napoli 1930, II, p. 82 segg.; O. Plaschke, Amalie J., Berlino 1899.