Linguista statunitense (New York 1915 - Stanford, California, 2001). Tra i più validi rappresentanti della linguistica statunitense, le sue ricerche si sono orientate lungo tre direttrici: l'africanistica, la linguistica generale e la classificazione tipologica e genealogica. Partito da studi antropologici, si è dedicato in seguito alla descrizione e alla classificazione delle lingue dell'Africa (The languages of Africa,1963), adottando una particolare metodologia di comparazione lessicale, che ha poi applicato anche ai settori delle lingue oceaniane (The Indo-Pacific hypothesis, 1971) e amerindiane (Language in the Americas, 1987) Dall'esperienza maturata nelle più diverse aree linguistiche si sono sviluppati i suoi interessi per la tipologia e gli universali linguistici: fondatore e animatore con C. Ferguson dello Stanford project on language universals, si è dedicato con successo e originalità all'individuazione dei cosiddetti universali implicazionali, specie a livello morfosintattico.
Dopo aver studiato antropologia con F. Boas, M. J. Herskovits, E. Sapir, B. Bloch e L. Bloomfield, ha insegnato nell'università del Minnesota (1947), alla Columbia university di New York (1948) e alla Stanford university, dove dal 1963 al 1985 è stato professore di antropologia. Membro dal 1965 della National academy of sciences, ha fatto parte di varie associazioni linguistiche, africanistiche e antropologiche.
Tra i suoi altri scritti: Some universals of grammar with particular reference to the order of meaningful elements (in collab. con C. Osgood e J. Jenkins, 1963); Language universals with special reference to feature hierarchies (1966); Anthropological linguistics. An introduction (1968); Language, culture and communication (1971); Language typology. An overview (1974); Typology and cross-linguistic generalizations (1978); On language: The selected writings of Joseph H. Greenberg (a cura di K. Denning e S. Kemmer, 1990).