Skvorecky, Josef
Škvorecký, Josef. – Scrittore cecoslovacco (Náchod 1924 - Toronto 2012). Attraverso le sue prime opere letterarie, Konec nylonového věku (1956) e Zbabělci (1958; trad. it. I vigliacchi, 1969), censurate dal regime sovietico cecoslovacco, Š. dà voce al malessere sociale e alle proteste che, nel 1968, animano la Primavera di Praga. In seguito alla feroce repressione sovietica Š. fugge con la moglie in Canada dove, nel 1971, fonda la 68 Publishers, casa editrice impegnata a pubblicare le opere cecoslovacche censurate dal governo comunista, con cui dà alle stampe anche le sue opere letterarie più significative come Lvíče (1969; trad. it. Leoncino, 1971), Tankový prapor (1969), Mirákl (1971; trad. it. Il miracolo, 2001), Příběh inženýra lidských duší (1977; trad. it. Il racconto dell'ingegnere delle anime umane, 2010) e Nevěsta z Texasu (1992). Grande amante della musica di ogni genere, le dedica uno spazio importante con i romanzi Bassaxofon (1967; trad. it. Il sax basso, 1993) e Scherzo capriccioso (1984), le raccolte di saggi e articoli Franz Kafka, jazz a jiné marginálie (1988) e Le Camarade joueur de jazz (1996). Nell’ultimo anno del Novecento inizia la pubblicazione di una trilogia di thriller autobiografici, scritta a quattro mani con la moglie Zdena Salivarová, ambientata tra gli esuli cechi a Toronto, Krátké setkání, s vraždou (1999), seguiti da Setkání po letech, s vraždou (2001) e Setkání na konci éry, s vraždou (2001).