DOBROVSKÝ, Josef
Filologo cèco, nato a Ďarmoty in Slovacchia nel 1753, morto a Bruna (Brno) nel 1829. Compiuti gli studî a Praga, entrò il 9 ottobre 1772 nell'ordine dei gesuiti, ma, sopraggiunta la soppressione della Compagnia, fu ordinato sacerdote secolare. Fu maestro privato in casa del conte Nostic (Nostitz), dove conobbe i più eminenti storici cèchi del tempo. Negli anni 1792-94 viaggiò in Svezia e in Russia; poi in Germania, in Italia, e a Vienna. La sua attività cominciò con lo studio critico intorno ad antichi manoscritti relativi ai vangeli. Nel 1779 iniziò una pubblicazione periodica: Böhmische und mährische Litteratur (1779-1780), dove videro la luce molti suoi scritti. e che fu continuata col titolo Literarisches Magazin von Böhmen und Mähren nei due anni 1786 e 1787. Nel 1792 uscì la sua Geschichte der böhmischen Sprache und Litteratur, preceduta di poco dall'Abhandlung Über Ursprung und Bildung der slavischen, insbesondere der böhmischen Sprache. Nel 1799 fu pubblicato il saggio Bildsamkeit der slavischen Sprache, an der Bildung der Substantive und Adjective in der böhm. Sprache dargestellt, primo studio di etimologia cèca. Nel 1802 uscì la prima parte del suo grande dizionario tedesco-boemo: Deutsch-böhmisches Wörterbuch, che fu da lui finito solo venti anni dopo con la collaborazione di altri studiosi. Il lavoro intorno al dizionario servì di preparazione agli studi di etimologia e di morfologia i cui risultati egli diede nel 1809 nell'Ausführliches Lehrgebäude der böhmischen Sprache. Grandissimi furono i meriti di D. anche nel campo delle altre lingue slave. Nei numerosi articoli pubblicati nella rivista Slavín (1806) e in quella che la sostituì più tardi Slovanka (1814-1815), egli rivolse la sua attenzione a molti problemi delle lingue slave in generale tra cui particolarmente quello del glagolitico e quelli etimologici. Del 1807 è infatti l'articolo Glagolitica e del 1813 l'Entnurf zu einem allgemeinen Etymologicon der slavischen Sprachen. Da questi studî speciali derivò l'opera capitale del D.: Institutiones linguae slavicae dialecti veteris (1822), che fu una vera rivelazione e nello stesso tempo un'energica spinta a ulteriori studî nello stesso campo. Ad essa seguì Cyrill und Method der Slaven Apostel (1823), in cui, all'opinione precedente che il vecchio slavo fosse il vecchio serbo, subentrò l'opinione, confermata dagli studî posteriori, che si trattasse di un vecchio dialetto serbo-bulgaro-macedone.
Il D. s'interessò anche della poesia popolare dei popoli slavi, in particolar modo di quella serba, accettando in qualche momento le teorie romantiche del tempo, che però combatteva energicamente nei suoi ultimi anni. D. è il fondatore della filologia slava. E a lui soprattutto si richiamano i suoi successori immediati, Jungmann e Šafarík, nonostante la loro tendenza alle concezioni romantiche in contrasto col razionalismo di D., che per ideologie e metodo di studî appare profondamente radicato nel secolo XVIII.
Bibl.: Per la conoscenza di D., e in generale degli inizï degli studî slavistici, è importantissimo il copioso epistolario del D. e soprattutto quello con Kopitar, pubblicato da V. Jagič, Briefwechsel zwischen D. und Kopitar, Berlino 1885; Neue Briefe von D. Kopitar u. a., Berlino 1897. Vedi anche V. Brandl, Život Jos. Dobrovského (Vita di J. D.), Bruna 1883 (è la più ampia biografia di D.); I. Snegirev, J. Dobrovskij, ego žizn', učno-literaturnye trudy i zaslugi dlja slavjanovedenija (J. D. la sua vita, i suoi lavori e meriti letterari per la slavistica), Kazan' 1884; W. Nehring, J. Dobrowský, Breslavia 1893; J. Dobrovský, 1753-1829. Sborník statí, a cura di J. Horák, M. Murko e M. Weingart, Praga 1929; F. Kidrič, Dobrovský in slovenski preporod njegove dobe (D. e il rinascimento sl. del suo tempo), Lubiana 1930. Un ampio studio su D. dovuto a J. Jakubec, in Literatura česká devatenáctého století (La letteratura cèca del sec. XIX), Praga 1911, I, pp. 157-295.