MARMOL, José
Scrittore argentino, nato il 2 dicembre 1817 a Buenos Aires, dove morì ì il 9 agosto 1871. Studiava ancora giurisprudenza, quando dovette esulare per sfuggire alla tirannia del Rosas (1840). Rifugiatosi a Montevideo, vi svolse la sua migliore attività letteraria, specie con poesie passionali, polemiche e a volte aggressive, ma sempre ispirato dalla nostalgia della patria, dove fu accolto (1852), dopo la caduta del Rosas, come il cantore nazionale. Svolse parecchi incarichi diplomatici e prese parte attiva alla vita parlamentare e giornalistica del suo paese.
Nella sua opera romantica si riflette il dramma storico contemporaneo, che meglio doveva svelare le energie morali dell'Argentina e temprarne la coscienza civile. Il M. ne ritrasse le vicende politico-sociali in un romanzo alla Walter Scott: Amalia (Montevideo 1851), con valore documentario, ricco di avvenimenti e di episodî, entro cui però l'organismo narrativo si disperde. Nei Cantos del peregrino (1847), il poema dell'esule, il M. poteva meglio concretare la sua lirica sovrabbondanza, che nel campo culturale si nutriva di echi - e non tra i più felici - del romanticismo spagnolo, e traeva dall'esperienza personale le voci più emotive. Interessano per la storia del teatro argentino i suoi due drammi: El Poeta e El Cruzado, entrambi incerti nella tessitura scenica. Il M. rimane tipico rappresentante della sua generazione, della quale tradusse gl'impeti piuttosto sentimentali anziché eroici, e rispecchiò quel fermento intellettuale piuttosto torbido che costruttivo.
Ediz.: Per i Cantos del peregrino, si veda l'ediz. di J. M. Gutiérrez (con introd.), Buenos Aires 1917.
Bibl.: M. Menéndez y Pelayo, Hist. de la poesia hisp.-amer., II, Madrid 1913, pp. 458-460; J. Max Rohde, Las ideas
estéticas en la liter. arg., I, Buenos Aires 1921; R. Rojas, La liter. arg., VI, Buenos Aires 1925, pp. 693-765.