OLMEDO, José Joaquin
Patriota e poeta ecuadoriano, nato a Guayaquil il 20 marzo 1780, ivi morto il 19 febbraio 1847. Seguì gli studî a Quito e a Lima, e in quest'ultima ottenne nel 1805 il titolo di dottore in legge; in seguito fu professore nelle università delle due città. Deputato alle Cortes di Cadice, vi sostenne principalmente e con successo l'abolizione delle mitas, cioè dei lavori forzati degli Indiani. Rimesso sul trono Ferdinando VII, l'O. dovette fuggire avendo votato il proclama in cui si dichiarava che l'autorità del re non sarebbe stata riconosciuta finché questi non avesse accettato la costituzione. Tornato a Guayaquil, fu presidente del Governo provvisorio (1816), e fece anche parte del cosiddetto Secondo Triumvirato creato dalla Giunta suprema di cui fu anche presidente. Sostenne sempre l'indipendenza della sua terra, contro l'opinione di Sucre e quella di Bolívar. Risolta la questione a favore di quest'ultimo, passò al Perù dove ebbe varie cariche pubbliche, partecipò all'Assemblea costituente di Lima (1822), fece parte della commissione incaricata di redigere la prima costituzione del Perù. Ritornato all'Ecuador (1828), partecipò attivamente alla politica della nuova repubblica. Ebbe parte anche nella rivoluzione del 1845 (6 maggio), e fu membro del governo provvisorio, di cui redasse il Manifesto.
Ma l'opera dell'O. che gli ha ottenuto la popolarità è rappresentata dalla poesia, in cui i grandi avvenimenti contemporanei che maturarono l'indipendenza dell'America Latina trovano la loro trasfigurazione epicolirica. Formatosi alla scuola classicheggiante, con un'educazione che si rifaceva soprattutto a J. Quintana, a J. M. Gallego, a Martínez de la Rosa, l'O. nutrì la sua cultura e la sua ispirazione nella profonda partecipazione agl'ideali eroici e nazionali: nel poemetto La victoria de Junín: Canto a Bolívar (Guayaquil 1825; circa un migliaio di versi), con un andamento pindarico l'O. celebrava gli episodî più decisivi del momento storico che viveva, trasferendoli in un'atmosfera di leggenda, dove si atteggiava la nuova anima americana. Agli stessi spiriti, se non con uguale perfezione formale, si ispirano le altre composizioni, fra cui molte valgono tuttora per un'interiore e vigorosa sincerità di contenuto politico-morale e per un limpido e arioso senso della natura (Obras poéticas, Valparaíso 1848; Parigi 1853 e 1896; Poesias inéditas, Lima 1861).
Bibl.: M. Cañete, J. J. de O., in Escritores hispano-americanos, Madrid 1884, pp. 151-378; E. Piñeyro, Biografías americanas, Parigi 1906, pp. 197-247; M. Menéndez y Pelayo, Historia de la poesía hispano-americana, II, Madrid 1913, pp. 109-129.