GARCÍA NIETO, José (App. III, i, p. 699)
Poeta spagnolo. Negli anni della maturità ha approfondito la sua vena sentimentale e intimista, attenuando il classicismo degli esordi anche attraverso una maggiore libertà formale. Già in Memorias y compromisos (1966) si manifesta la sua aspirazione a una poesia intesa come atto d'amore per l'uomo e il creato. Essa trova conferma nelle pagine di Hablando solo (1968), in cui l'angoscia dell'uomo contemporaneo è trasposta in atmosfere classiche, pur venate da echi di disinganno barocco. L'esistenza umana è avvolta dall'oscurità e tormentata dal dubbio, ma in essa non viene mai a spegnersi la luce dell'armonia e dell'amore. Da Los tres poemas mayores (1970) e Taller de arte menor y cincuenta sonetos (1973), alle raccolte più recenti come Los cristales fingidos (1978), El arrabal (1980), Galiana (1986), Carta a la madre (1988), Mar viviente (1989), la poesia di G. N., anche nei momenti più convenzionali, rivela una profonda sensibilità e una raffinata maestria formale. Una coerente illustrazione della sua poetica è il discorso d'ingresso alla Real Academia Española (1982), scritto in versi: Nuevo elogio de la lengua española (1984). Nel 1996 ha ricevuto il premio Miguel de Cervantes.
Bibl.: R. Hiriart, La mirada poética de José García Nieto, Barcelona 1990; J. García Nieto, J. Benito de Lucas, R. Lizcano Zarieño, Homenaje a José García Nieto, Zaragoza 1997.