RODÓ, José Enrique
Scrittore uruguaiano, nato a Montevideo il 15 luglio 1872, morto a Palermo il 3 maggio 1917. La sua vita fu una continua ansia di perfezione spirituale e di propaganda idealistica. Nel 1895 fondò con un gruppo di amici letterati la Revista nacional de literatura y ciencias sociales, in cui pubblicava i suoi primi saggi di critica biografica (su Juan Carlos Gómez e su Juan Maria Gutiérrez) e di meditazione speculativa (El que vendrá e la Novela nueva, raccolti in un opuscolo nel 1897), finché lo studio letterario su Rubén Darío (1899) rivelò le doti stilistiche della sua prosa e i caratteri fondamentali del suo spirito "modernista", congeniale al poeta ch'egli illuminava. Frattanto occupava la cattedra di letteratura all'università di Montevideo (1898), copriva l'ufficio di direttore della biblioteca nazionale (1900), partecipava attivamente alla vita politica, ch'egli intese nel suo valore di apostolato sociale, sia da deputato (1902 e 1908), sia con il giornalismo. Durante un viaggio in Europa, quando dall'Italia si accingeva a salpare per la Spagna, moriva a Palermo.
Nel Mirador de Próspero (1914), il R. raccolse i saggi su Bolívar, Montalvo, Gutiérrez, ecc., nella cui ricostruzione biografica e morale ha modo di esercitare la sua critica intuitiva che tende a trasformare gli uomini del passato in modelli spirituali con valore d'attualità. Questa tendenza speculativa è più esplicita e più libera da schemi biografici in Ariel (1900) e Motivos de Proteo (1908), le opere più liriche del suo temperamento ansioso di luce morale e di squisitezze formali. Anche qui è palese l'influenza di Rubén Darío, soprattutto per la volontà di approfondire le regioni più nascoste dell'animo umao, per ritrovare e isolare, al disopra degl'istinti utilitaristi e dell'educazione materiale, forze e tendenze più profondamente spirituali che hanno il potere di fecondare la vita degli uomini e di trasformare incessantemente la loro personalità. Così il R. esercitava una vigorosa polemica contro la società che si andava organizzando in America, preoccupato di vedere sommerso il tipo culturale della tradizione europea, che egli sognava con tenace nostalgia.
Il suo pensiero, quindi, anche se non riuscì a organizzarsi in un corpo filosofico, ebbe tuttavia per l'America un'alta funzione educativa.
Bibl.: A. Andrade Coello, Rodó, Quito 1915; A. González Blanco, Escritores representativos de América, Madrid 1917; si veda anche la rivista Nosotros, maggio 1917, fasc. dedicato al R. - Inoltre, F. García Godoy, Americanismo literario, Madrid 1918; M. Henríquez Ureña, J. E. R., in Cuba contemporánea, XVII (1918), pagine 293-340; idem, R. y Rubén Darío, Avana 1919; G. Zaldumbide, J. E. R., in Revue hisp., XLIII (1918); V. Pérez Petit, R., su vida, su obra, Montevideo 1919; A. Coester, Historia liter. de la América espanola (trad. dall'inglese di R. Tovar), Madrid 1929, pp. 542-545; A. Scarone, Bibliografia de R. El escritor, las obras, la crítica, con uno studio introduttivo di A. D. González, Montevideo 1930, voll. 2.