PIRES, José Cardoso
Narratore e saggista portoghese, nato a Castello Branco il 2 ottobre 1925. Pur frequentando corsi di matematica superiore presso la facoltà di Scienze di Lisbona strinse amicizia con artisti e scrittori, e collaborò con L. Pacheco e J. Salazar Sampaio alla pagina universitaria di O Globo, entrando inoltre nella redazione di Afinidades, la rivista culturale luso-francese legata alla Resistenza. Abbandonata l'università, si arruolò nella Marina mercantile e, terminato il servizio (1947), intraprese diverse attività, tra cui quella di redattore e poi di direttore editoriale della collezione ''Teatro de Vanguarda''. Nel 1960 fondò e diresse la rivista Almanaque; nel 1966 costituì il nucleo portoghese dell'Association internationale pour la liberté de la culture, contro la repressione culturale in atto nella penisola iberica. Parallelamente all'attività di giornalista insegnò Letteratura portoghese e brasiliana al King's College di Londra (1969-71). Rientrato in Portogallo venne nominato direttore aggiunto del Diário de Lisboa e direttore del supplemento letterario della testata. Eletto delegato portoghese alla riunione del Pen Club di Copenaghen contro la repressione culturale in Spagna e in America latina, restò circa due anni in Inghilterra come residence writer.
L'attività letteraria di P. iniziò nel 1949 con la pubblicazione di Os caminheiros e outros countos. Altre sue raccolte di racconti sono: Histórias de amor (1952), Jogos de azar (1963), Dinossauro excelentíssimo (1972), O Burro-em-Pé (1979), A república dos corvos (1988). Tra i suoi romanzi, che riprendono i temi sociali che caratterizzavano i racconti, ricordiamo: O anjo ancorado (1958), O hóspede de Job (1963), Balada da Praia dos Càes: dissertação sobre um crime (1982), Alexandra Alpha (1987). Improntata a un'analoga carica d'impegno socio-politico è anche l'unica opera teatrale di P., O render dos heróis: tres partes e un epílogo concluído en apoteose grotesca (1978). Particolare attenzione merita O delfim (1968; trad. it., 1979), narrazione in prima persona su un ''salazarismo'' agonizzante. La storia si configura come metafora di una realtà in cui il delfino è il tiranno che è destinato a pagare per le sue colpe, e il narratore incarna la condizione dell'intellettuale escluso dalla cerchia del potere.
P. è anche autore di saggi, fra i quali ricordiamo: E agora, José? (1977), testimonianza sul fascismo del suo paese, sempre in rapporto alla condizione dello scrittore. Per il teatro ha inoltre pubblicato Corpo-delito na sala de espelhos (1980). Fra i numerosi premi ottenuti, da ricordare per il particolare rilievo il Grande Prémio do Romance e Novela (1982).
Bibl.: A. Tabucchi, Il salazarismo in due romanzi portoghesi, in Il Ponte, 2/3 (1976), pp. 243-52; M. de L. Abreu de Oliveira, Pessoa sob persona, olhar e olhado em ''O delfim'' de José Cardoso Pires, Belo Horizonte 1980; C. Hoffmann, José Cardoso Pires, O delfim: ein anti-Detektivroman zwischen Mythos und Wirklichkeit, Francoforte sul Meno 1992.