BORJES, José
Nacque in Catalogna, a Vernet (Lérida), nel 1813 (così il Garnier; poco probabile la data 1803 dell'Enciclopedia universal ilustrada europeo-americana, IX, p. 131), da un sottufficiale distintosi nelle guerre antinapoleoniche e poi fucilato durante la guerra civile scoppiata nel 1833.
Sottufficiale di carriera, il B. aveva militato nelle forze partigiane carliste, dimostrandovi la sua valentia e avanzando fino al grado di generale di brigata nel 1840, quando i carlisti vennero battuti. In esilio a Parigi, aveva vissuto modestamente facendo il rilegatore. Era rientrato in Spagna durante le campagne del 1846-48 e nel 1855, per sostenervi la causa di Isabella con azioni di guerriglia. Nel 1860 era quindi stato a Roma, per offrire i suoi servigi all'esercito pontificio, ma senza concludere.
Il repentino crollo della dinastia borbonica, segnando l'inizio di una generale crisi politica, economica e sociale, che tormentò le province meridionali per più anni, aveva determinato lo sviluppo di una larga e violenta protesta delle masse contadine contro l'oppressione e lo sfruttamento esercitati dalla borghesia agraria e contro i carichi introdotti dallo Stato unitario, in particolare la coscrizione. Tra la fine del 1860 e il 1861 siandarono sviluppando così, in tutto il Mezzogiorno continentale, moti, insurrezioni armate e azioni di guerriglia, che i borbonici e il clero reazionario indirizzavano contro le autorità italiane. Nell'estate del 1861 apparve la concreta possibilità di un generale movimento controrivoluzionario nel Sud. I circoli borbonici, in esilio a Roma, Marsiglia e altrove, pensarono allorache fosse tempo di imprimere un indirizzo legittimistico alla spontanea rivolta contadina: a questo scopo il principe di Scilla e il generale Clary affidarono al B. il compito di assumere la direzione delle operazioni militari.
Nel settembre 1861 il B. si portò a Malta, centro di emigrazione borbonica, e il 14 di quel mese sbarcò in Calabria, sul litorale ionico, con pochi altri spagnoli, collegandosi subito con alcune, bande locali, ma la rapida repressione effettuata dalle truppe regolari italiane lo costrinse ben presto a trasferirsi in Basilicata e a raggiungere i "briganti" concentrati sul Vulture agli ordini di Carmine Donatelli detto Crocco.
La collaborazione fra il B. e Crocco non poteva durare a lungo. Il B., infatti, credeva di poter organizzare una vera guerra civile per il trono e l'altare, mediante l'impiego di masse consistenti di armati, organizzate e disciplinate, con l'obiettivo di conquistare stabilmente grossi centri, tra cui Potenza, per proclamarvi la restaurazione. Crocco, invece, valente capo partigiano, escludeva tale possibilità e capiva che i contadini in armi potevano condurre soltanto una guerriglia e tormentare le proprietà dei possidenti. Tuttavia nel novembre 1861 i due effettuarono una memorabile incursione dal Vulture oltre il Basento, alla testa di alcune migliaia di insorti, e tentarono di accerchiare Potenza, prima dal sud e poi da oriente. Tutta la provincia venne messa a ferro e fuoco, ma alla fine le forze dell'esercito italiano e la resistenza opposta dalle guardie nazionali ricacciarono gli insorti sul Vulture.
Il B., vista fallita la sua missione, tentò di raggiungere il territorio pontificio con pochi compagni. Braccato incessantemente dalle truppe e dalle guardie nazionali, attraversò il Molise, raggiunse la Marsica e sorpreso nell'ultima tappa, l'8 dic. 1861, da un drappello di bersaglieri in località La Luppa, a pochi chilometri dalla frontiera pontificia, fu tradotto a Tagliacozzo, ove poche ore dopo venne fucilato, insieme con diciassette compagni spagnoli e lucani.
Fonti e Bibl.: J. Bories, La mia vita tra i briganti, a cura di T. Pedio, Manduria 1964;Ch. Garnier, Le général B., Paris 1861;M. Monnier, Notizie storiche documentate sul brigantaggio nelle provincie napoletane dai tempi di Fra' Diavolo sino ai giorni nostri, aggiuntovi l'intero giornale di Borjes finora inedito, Firenze 1862; Id., Histoire du brigandage dans l'Italie méridionale, Paris 1862, pp. 171-238;C. A. Bianco di Saint-Jorioz, Il brigantaggio alla frontiera pontificia dal 1860 al 1863, Milano 1864, pp. 183 ss.; G. Schmitt, Briganti celebri, Napoli 1905, pp. 68-78;B. Croce, Il romanticismo legittimistico e la fine del Regno di Napoli, in Uomini e cose della vecchia Italia, Bari 1927, II, pp. 316, 323-325, 329-331, 334, 336 s.; P. Calà Ulloa, Un re in esilio, a cura di G. Doria, Bari 1928, pp. 46 s:, 129;F. Molfese, Storia del brigantaggio dopo l'Unità, Milano 1964, pp. 122-126.