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MACEDO, José Agostinho de

di José Pereira Tavares - Enciclopedia Italiana (1934)
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MACEDO, José Agostinho de

José Pereira Tavares

Scrittore portoghese, nato a Beia l'11 settembre 1761, morto a Pedrouços il 2 ottobre 1831. Nel 1778 entrò fra gli agostiniani, ma nel 1792 ne uscì rimanendo prete secolare. Partecipò alla vita politica e letteraria del suo paese, nella quale per parecchi anni esercitò un'influenza assai notevole.

Di acuta intelligenza e di vasta cultura, il M. fu d'indole assai acrimoniosa e vanitosa, tanto che spesso gli mancò il controllo di sé e la giusta stima del proprio talento. Scrittore facile e fecondo, di vena satirica e aggressiva, asservì la sua opera poetica a scopi polemici e di propaganda: anzi i suoi poemi risultarono esemplificazione delle proprie idee critiche. Ostile a Camões e a tutta la sua tradizione, ebbe la pretesa di contrapporre ai Lusiadas il proprio poema Gama (1811), che in una nuova redazione intitolò O Oriente (1814). A finalità didattiche, filosofiche e scientifiche ispirò altri poemi: Meditacão (1813), Newton (1818), Viagem extatica ao templo da Sabedoria (1830), A Natureza (postumo: 1846), A Creação (postumo: 1865). Nei giornali ch'egli diresse e in gran parte redasse, sfogò la sua virulenza di polemista, specie in difesa del suo assolutismo politico: usò la satira aspra e violenta in un poema eroicomico (Os burros, 1827). In molte altre opere e in diversi opuscoli trattò problemi filosofici, teologici e morali, con una sensibilità tra giornalistica ed erudita, saggiando con acume le vie della cultura contemporanea.

Opere: Oltre alle citate, ricordiamo: Motim literario (1811), As Pateadas (1812), Cartas philosophicas a Attico (1815), Censura dos Lusiadas (1820), ecc., che vertono su questioni di critica letteraria. Scrisse per il teatro: A impostura castigata (1812), Bianca de Rossi (1819), A Volta de Astrea (1829), O Preto sensivel (1836), Clotilde (1841), ecc. Postumi: Cartas e opusculos (1900, a cura di T. Braga).

Bibl.: I. da Silva, Dicc. Bibl., IV, pp. 183-215; id., Memorias para a vida intima de J. A. de M., Lisbona 1898; F. de Figueiredo, Historia da litteratura classica, III, Lisbona 1917.

Vedi anche
Lisbona (port. Lisboa) Città capitale del Portogallo (489.562 ab. nel 2008) e capoluogo dell’omonimo distretto (2801 km2 con 2.819.433 ab. nel 2008), in Estremadura. È la capitale più occidentale dell’Europa continentale (38°42′ lat. N; 9°10′ long. O), essenzialmente caratterizzatasi come centro di scambi economico-culturali ...
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    Poligrafo (Beja 1761 - Pedrouços, Lisbona, 1831). Agostiniano (1778), nel 1792 uscì dall'ordine rimanendo prete secolare. Satirico e polemista (contro i poeti contemporanei scrisse il poema Os burros, 1814), traduttore di Anacreonte e di Orazio, tentò di contrapporre al poema di Camões, largamente attaccato ...
Vocabolario
macèdo-romèno
macedo-romeno macèdo-romèno (o macèdo-rumèno) agg. e s. m. [il primo componente, macedo, è la forma che assume macedone in composizione con altro aggettivo etnico]. – Denominazione di uno dei quattro gruppi dialettali in cui si articola...
de
de 〈dé〉 prep. [lat. de]. – Forma che assume la prep. di quando è seguita dall’articolo, sia che si fonda con questo (del, dello, della, ecc.), sia che si scriva divisa (de ’l, de lo, de la, ecc.) come talvolta nell’uso letter. (è comune,...
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